Trilaterale Romania – Bulgaria – Grecia
Il capo della diplomazia romena, Teodor Meleşcanu, ha parlato, a Bucarest, nell’ambito della trilaterale Romania — Bulgaria — Grecia, con i suoi colleghi di Bulgaria, Ekaterina Zaharieva, e Grecia, Nikos Kotzias, di temi di attualità e di importanza strategica a livello regionale: i Balcani Occidentali, il Vicinato Orientale, la regione del Mar Nero, la Strategia per la regione del Danubio e le prospettive del processo di pace nel Medio Oriente. Secondo un comunicato del MAE, il dialogo fra i tre ministri ha rappresentato un’opportunità per ribadire gli obiettivi e gli interessi convergenti, ma anche un’occasione per individuare e implementare in modo coordinato alcune azioni a livello regionale ed europeo. La riunione è stata anche un’occasione per riconfermare la volontà comune per quanto riguarda la dinamizzazione del dialogo politico in questo formato e l’impegno a consolidare il progetto europeo. Gli esponenti hanno affermato che i fondi di coesione hanno alla base il principio della solidarietà europea.
Daniela Budu, 13.03.2018, 13:14
Non esiste alcun nesso giuridico fra l’accesso ai fondi europei e lo stato di diritto e, se vengono poste certe condizioni, esse devono essere imparziali e applicabili a tutti gli stati dell’UE. È il punto di vista congiunto espresso dai ministri degli esteri a Bucarest, alla decima riunione trilaterale. Teodor Meleşcanu: “Ci devono essere criteri oggettivi, che si possano applicare a tutti gli stati — questa è la mia prima osservazione. E la seconda è che, se si arriva a criteri del genere, questi si possono utilizzare per concedere ad alcuni stati maggiori sovvenzioni, non per tagliare le rispettive sovvenzioni. Quindi, l’idea è di premiare i premianti”.
La Romania, la Bulgaria e la Grecia hanno inoltre richiamato l’attenzione sul fatto che il futuro budget dell’UE deve essere più equilibrato e che le sovvenzioni per l’agricoltura e per la coesione non vanno sacrificate. La Commissione Europea dovrebbe presentare, a inizio maggio, la bozza del bilancio di previsione. Si annunciano negoziati difficili, perché a causa della Brexit, ci saranno meno soldi e, molto probabilmente, secondo gli analisti, saranno diminuiti i fondi destinati ai Paesi più poveri.
Durante l’incontro a Bucarest, i ministri hanno sostenuto la costruzione di un nodo per la connessione delle reti di gas dei Balcani, che dovrebbe migliorare la sicurezza delle rotte di approvvigionamento con gas, nonché il processo di integrazione europea degli stati dei Balcani Occidentali: Serbia, Montenegro, Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia e Kosovo. Quest’ultimo non è però riconosciuto da cinque dei Paesi membri dell’Unione, tra cui la Romania e la Grecia. L’adesione dei Paesi dei Balcani Occidentali all’UE — prevista dopo il 2025 — dipende solo dai loro sforzi per adempiere a tutti i criteri necessari, hanno sostenuto ripetutamente le autorità di Bruxelles.