Preparativi per il Congresso del PSD
Dopo un anno di governo tecnocrate, a dicembre 2016, il PSD ha stravinto le elezioni politiche e, assieme all’ALDE, ha preso di nuovo le redini del potere. Un potere che avrebbero gestito con molta più difficoltà di quanto si aspettassero in ugual misura, i suoi membri, sostenitori o avversari. L’estate scorsa, il partito segnava una prima nella politica romena post-comunista rovesciando, tramite mozione di sfiducia, il proprio governo presieduto da Sorin Grindeanu, diventato indesiderato per il suo capo politico, Liviu Dragnea. Però a gennaio 2018, la direzione socialdemocratica ritirava il sostegno politico al premier Mihai Tudose, designando al suo posto l’eurodeputata Viorica Dăncilă, considerata l’apprendista politica di Dragnea, dotata di una fedeltà assoluta nei suoi confronti. Nel frattempo, il presidente del partito, già condannato in via definitiva, con sospensione, per tentato broglio elettorale, è stato messo sotto accusa dai procuratori DNA in altri due fascicoli, entrambi di corruzione. Per l’imprudenza di aver criticato virulentemente Dragnea, personalità una volta di spicco della sinistra, come l’ex premier Victor Ponta, l’eurodeputato Cătălin Ivan o il sindaco di Iaşi, la maggiore città del nord-est della Romania, Mihai Chirica, sono state escluse del partito.
Bogdan Matei, 06.03.2018, 12:10
Dopo un anno di governo tecnocrate, a dicembre 2016, il PSD ha stravinto le elezioni politiche e, assieme all’ALDE, ha preso di nuovo le redini del potere. Un potere che avrebbero gestito con molta più difficoltà di quanto si aspettassero in ugual misura, i suoi membri, sostenitori o avversari. L’estate scorsa, il partito segnava una prima nella politica romena post-comunista rovesciando, tramite mozione di sfiducia, il proprio governo presieduto da Sorin Grindeanu, diventato indesiderato per il suo capo politico, Liviu Dragnea. Però a gennaio 2018, la direzione socialdemocratica ritirava il sostegno politico al premier Mihai Tudose, designando al suo posto l’eurodeputata Viorica Dăncilă, considerata l’apprendista politica di Dragnea, dotata di una fedeltà assoluta nei suoi confronti. Nel frattempo, il presidente del partito, già condannato in via definitiva, con sospensione, per tentato broglio elettorale, è stato messo sotto accusa dai procuratori DNA in altri due fascicoli, entrambi di corruzione. Per l’imprudenza di aver criticato virulentemente Dragnea, personalità una volta di spicco della sinistra, come l’ex premier Victor Ponta, l’eurodeputato Cătălin Ivan o il sindaco di Iaşi, la maggiore città del nord-est della Romania, Mihai Chirica, sono state escluse del partito.
Percepito come un tentativo di subordinare i magistrati e di fermare la lotta alla corruzione, il desiderio della coalizione governativa di modificare le leggi sulla giustizia ha fatto scendere in piazza, per un anno, centinaia di migliaia di protestatari. Al di là di tutto questo, dicono i commentatori, dopo così tante turbolenze gravi in un periodo molto breve, il PSD aveva bisogno di un restart politico, che sperano di ottenere dopo il congresso straordinario previsto sabato, a Bucarest, anticipato lunedì da una riunione del Comitato Esecutivo. I capi socialdemocratici hanno deciso la sostituzione di almeno 27 segretari di stato, misura ritenuta utile per rendere le equipe ministeriali più efficaci. I ministri saranno pure loro valutati entro breve tempo. All’interno del partito, ci sarà anche una modifica della struttura dell’Ufficio Permanente, cosicché alla direzione esecutiva saranno eletti 16 vicepresidenti regionali, otto donne e otto uomini. I numeri due e tre dell’organigramma, il presidente esecutivo Nicolae Bădălău e il segretario generale Codrin Ştefănescu potrebbero essere destituiti al congresso, perché saranno organizzate elezioni per le loro cariche.
La stampa presuppone inoltre che il congresso straordinario sia, infatti, un’ottima occasione per Liviu Dragnea di indebolire il gruppo creatosi attorno al sindaco generale di Bucarest, Gabriela Firea, ritenuta in alcuni sondaggi la più popolare socialdemocratica. Di recente, Gabriela Firea non ha esitato ad affermare che tutti i membri del partito sono colpevoli di aver mandato a far parte dell’Esecutivo equipe che lei ha definito “non performanti” ed ha aggiunto che le lotte politiche interne sono suicide. Per Dragnea, invece, il congresso dovrebbe passare senza grandi emozioni. Dopo aver accennato all’idea di un voto per la sua riconferma nella carica di presidente, egli dichiara adesso che i leader delle filiali PSD non lo ritengono più necessario.