Scandalo intorno alla DNA
La Direzione Nazionale Anticorruzione, così apprezzata a livello internazionale, si trova al centro di un nuovo grande scandalo tipico per la Romania. In un programma televisivo, l’ex deputato socialdemocratico Vlad Cosma, condannato a cinque anni di carcere, la lanciato nello spazio pubblico una serie di accuse molto gravi contro alcuni procuratori della DNA del distretto di Prahova (sud). Ha sostenuto che i rispettivi procuratori gli avessero chiesto di “piantare” prove in un fascicolo che riguardava l’ex premier socialdemocratico, Victor Ponta, e l’imprenditore Sebastian Ghiţă, scappato in Serbia. Vlad Cosma ha messo a disposizione delle registrazioni audio.
Roxana Vasile, 14.02.2018, 12:25
In replica, in una conferenza stampa, il procuratore capo della DNA Ploieşti, Lucian Onea, ha dichiarato che nell’istituzione che dirige non sono state mai falsificate prove e non sono state stabilite intese illecite con gli incolpati. Subito dopo il lancio delle accuse, l’Ispezione Giudiziaria romena ha annunciato che farà delle verifiche preliminari per stabilire se esistono indizi su alcuna possibile trasgressione delle norme disciplinari. Inoltre, la Sezione perseguimento penale e criminalistica della Procura presso l’Alta Corte di Cassazione e Giustizia effettua indagini in seguito ad una querela sporta dopo la trasmissione delle registrazioni alla DNA Ploieşti. In più, i rappresentanti della società civile nel Consiglio Superiore della Magistratura, Romeo Chelariu e Victor Alistar, considerano che il più grave colpo all’indipendenza della Giustizia sarebbe celare questo caso di grave corruzione degli attributi giudiziari, nonché la mancanza di alcune misure correttive nel sistema”, dato che, secondo loro, questo non è un caso singolare nella giustizia romena.
Come in ogni scandalo, anche stavolta, i pareri di chi è al centro sono radicalmente opposti! Da una parte, c’è il gruppo di chi è profondamente preoccupato a causa di pratiche simili a quelle descritte dall’ex deputato Vlad Cosma. Non sono pochi coloro che parlano dell’esistenza di un cosiddetto “stato parallelo illegittimo” che, nonostante le ultime elezioni politiche in seguito alle quali i socialdemocratici sono risultati vincitori, cercherebbe di prendere le redini del potere politico, anche “fabbricando fascicoli”. Inoltre, se le accuse sull’attività della DNA Prahova sono vere, c’è chi sostiene che si potrebbe parlare di elementi di polizia politica. Perciò, alcuni membri del PSD affermano che il procuratore-capo della DNA, Laura Codruţa Kövesi, dovrebbe rassegnare le dimissioni.
Dell’altro gruppo fanno parte, ovviamente, i sostenitori della Direzione Nazionale Anticorruzione. Loro smentiscono l’esistenza dello “stato parallelo” e attribuiscono le affermazioni dell’ex deputato Vlad Cosma ad un desiderio di compromettere i procuratori e gli ufficiali di polizia che, combattendo contro la corruzione, hanno danneggiato gli interessi illegali di alcuni politici e imprenditori. Le rispettive informazioni non devono essere soggetto di dibattiti politici — dicono i rappresentanti dell’opposizione di destra di Bucarest. Però, se si dimostrassero vere, ovviamente tutte le istituzioni competenti in questo settore dovrebbero adempiere alla propria missione costituzionale e legale.