Esame di maturità, nuove regole in Romania
In prima per l’insegnamento romeno postcomunista, quest’anno l’esame di maturità comincia da febbraio. Fino al 22 febbraio, circa 177.000 studenti dell’ultimo anno liceale o che non hanno promosso l’esame nelle precedenti sessioni, sono attesi alle prove di comunicazione orale in lingua romena e – per gli alunni delle comunità minoritarie – in lingua materna, nonchè in una lingua veicolare, accanto al test di competenza digitale. Per le prove che si tengono questo mese non saranno attribuiti dei voti, bensì un giudizio qualificativo – ammesso o bocciato. Le prove scritte, alle quali verranno attribuiti dei voti, si svolgeranno nella seconda sessione della maturità, in programma dal 25 al 28 giugno. Si tratta di un calendario concordato con i rappresentanti dei genitori e degli studenti liceali, e deciso dall’ex ministro socialdemocratico dell’Istruzione, Liviu Pop.
Bogdan Matei, 12.02.2018, 12:50
Sostituito dal proprio partito dal governo lo scorso mese, insieme all’ex premier Mihai Tudose, Pop aveva portato come argomento il fatto che il periodo che precedeva le prove scritte era stracarico per i giovani e l’anticipo degli esami orali avrebbe offerto loro un momento di respiro fino all’estate. I sindacati dell’insegnamento ammoniscono, però, che il cambiamento del calendario degli esami potrebbe portare a situazioni strane, che la legge viggente non tiene in considerazione. Ci saranno, ad esempio, degli alunni che, a fine anno, si troveranno nella situazione di vedersi rimandati o persino ripetenti, che non potranno presentarsi agli esami di giugno. Però, in seguito a questa sessione di febbraio, rimarrebbero con una parte della maturità già promossa.
Però le conclusioni su quanto siano ispirate o infelici le nuove regole emergeranno appena d’estate, eventualmente tramite un confronto con la maturità del 2017, quando sono stati ottenuti i migliori risultati degli ultimi otto anni, con un tasso di promozione di circa il 73%, del 5% in più rispetto al 2016. Degli oltre 135.000 candidati nell’intero Paese, solo 97 hanno ottenuto il voto massimo. Le province meglio piazzate come risultati sono state quelle di Sibiu (centro), Bacau e Iasi, entrambe nell’est, e Cluj (nord-ovest). Al polo opposto – le province di Ilfov e Giurgiu (sud). Il ministro Pop non attribuiva allora i buoni risultati agli argomenti da trattare più leggeri rispetto agli anni precedenti, bensì alla migliore preparazione degli studenti.
Però neanche lo scorso anno sono mancati i licei tecnologici in cui nessun candidato ha promosso la maturità. Dall’opposizione, il PNL valutava in quel momento che i risultati della maturità obbligano le autorità a prendere delle misure urgenti a sostegno dell’insegnamento. Loro stessi titolari, lungo il tempo, del dicastero dell’Istruzione, il liberali denunciavano però il fatto che ultimamente l’esame di maturità è diventato solo una formalità burocratica, tramite cui i giovani rimangono disoccupati, senza qualifiche, senza competenze pratiche e senza chance di integrarsi sul mercato del lavoro.