Reazioni dopo la dichiarazione della CE relativa alle leggi sulla Giustizia
Munite di bandiere, fischietti e tamburi, ma anche di pannelli con le scritte “Tutti per la Giustizia!” oppure “Non vogliamo essere un popolo di ladri!”, centinaia di persone hanno protestato, mercoledì sera, di fronte alla sede del Governo di Bucarest. Il loro scopo — sostenere, ancora una volta, una giustizia indipendente, che non sia subordinata politicamente e allontanare, almeno temporaneamente, dal potere alcuni esponenti politici che si trovano nel mirino dei procuratori. Le proteste hanno coinciso con l’arrivo da Bruxelles, nello stesso giorno, di una dichiarazione congiunta da parte del presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, e del primo-vicepresidente Frans Timmermans, in cui i due chiedono al Parlamento romeno di ripensare le modifiche nel campo della Giustizia volute dalla coalizione al potere PSD-ALDE.
Roxana Vasile, 25.01.2018, 12:04
Munite di bandiere, fischietti e tamburi, ma anche di pannelli con le scritte “Tutti per la Giustizia!” oppure “Non vogliamo essere un popolo di ladri!”, centinaia di persone hanno protestato, mercoledì sera, di fronte alla sede del Governo di Bucarest. Il loro scopo — sostenere, ancora una volta, una giustizia indipendente, che non sia subordinata politicamente e allontanare, almeno temporaneamente, dal potere alcuni esponenti politici che si trovano nel mirino dei procuratori. Le proteste hanno coinciso con l’arrivo da Bruxelles, nello stesso giorno, di una dichiarazione congiunta da parte del presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, e del primo-vicepresidente Frans Timmermans, in cui i due chiedono al Parlamento romeno di ripensare le modifiche nel campo della Giustizia volute dalla coalizione al potere PSD-ALDE.
“L’indipendenza del sistema giudiziario e la sua capacità di contrastare in maniera efficace la corruzione costituiscono le pietre miliari di una Romania forte nell’Unione Europea” — si rileva nella dichiarazione congiunta. Jean-Claude Juncker e Frans Timmermans ammoniscono che una condizione fondamentale per l’eliminazione del Meccanismo di Cooperazione e Verifica, applicato alla Romania sin dalla sua adesione all’UE nel 2007, è che i progressi nel settore realizzati finora siano irreversibili. Di conseguenza, la Commissione Europea analizzerà dettagliatamente le modifiche apportate alle leggi sulla Giustizia, ai Codici penali e alle leggi sul conflitto di interessi per stabilire il loro impatto sugli sforzi per garantire l’indipendenza del sistema giudiziario e per contrastare la corruzione.
La reazione di Bucarest non è tardata! I presidenti delle due Camere del Legislativo hanno smentito le critiche della Commissione. In una lettera di risposta, il presidente della Camera dei Deputati, Liviu Dragnea (PSD), e quello del Senato, Călin Popescu-Tăriceanu (ALDE), sostengono che le autorità europee sono state informate in maniera erronea sulla riforma delle leggi sulla Giustizia in Romania: l’elaborazione e l’esame dei testi di legge sono stati realizzati rispettando le esigenze costituzionali e gli standard della Commissione di Venezia. In più, nella loro opinione, la riforma del sistema giudiziario romeno viene effettuata appunto per farlo funzionare in conformità alle raccomandazioni di Bruxelles.
Invece l’opposizione parlamentare di destra considera che la Romania debba prendere in considerazione il monito della Commissione Europea. Il PNL richiama l’attenzione sul fatto che Bucarest rischia sanzioni economiche, ma anche politiche da parte dell’Unione. Dal canto suo, il PMP nota che il monito di Bruxelles arriva in un momento importante per la Romania — quello dell’investitura di un nuovo governo, mentre l’USR rileva che il messaggio arrivato dall’Unione Europea non fa altro che confermare ciò che una parte della società romena trasmette all’attuale potere PSD-ALDE da più di un anno.