Scandalo di pedofilia nella Polizia Romena
La trama è semplice, ma altrettanto squallida. Il 5 gennaio, le videocamere di sorveglianza installate nell’ascensore di un condominio in uno dei quartieri di Bucarest riprendono le aggressioni sessuali di un uomo di età media su due bambini, fratello e sorella, di 5 e 9 anni. Spaventati, i bambini raccontano tutto non appena arrivati a casa e i genitori si rivolgono alla Polizia. Le immagini del sospetto vengono trasmesse su tutte le emittenti televisive e sono state anche sui siti internet e, dopo qualche giorno, il 9 gennaio, l’aggressore viene identificato e fermato. Subito dopo, la rivolta e la ripugnanza dell’opinione pubblica sono raddoppiate da una notizia stupefacente: il pedofilo è poliziotto. Ha 45 anni, dal 2010 è autista presso la Brigata della Polizia Stradale e, in precedenza, aveva lavorato per due decenni nella Gendarmeria. Lui stesso padre di due figli, il polizotto era stato accusato in passato di aggressione sessuale, però l’inchiesta penale non è continuata per mancanza di prove. Le radici del male, nota la stampa, sono quindi profonde e risalgono a molto tempo fa.
Bogdan Matei, 10.01.2018, 12:16
La trama è semplice, ma altrettanto squallida. Il 5 gennaio, le videocamere di sorveglianza installate nell’ascensore di un condominio in uno dei quartieri di Bucarest riprendono le aggressioni sessuali di un uomo di età media su due bambini, fratello e sorella, di 5 e 9 anni. Spaventati, i bambini raccontano tutto non appena arrivati a casa e i genitori si rivolgono alla Polizia. Le immagini del sospetto vengono trasmesse su tutte le emittenti televisive e sono state anche sui siti internet e, dopo qualche giorno, il 9 gennaio, l’aggressore viene identificato e fermato. Subito dopo, la rivolta e la ripugnanza dell’opinione pubblica sono raddoppiate da una notizia stupefacente: il pedofilo è poliziotto. Ha 45 anni, dal 2010 è autista presso la Brigata della Polizia Stradale e, in precedenza, aveva lavorato per due decenni nella Gendarmeria. Lui stesso padre di due figli, il polizotto era stato accusato in passato di aggressione sessuale, però l’inchiesta penale non è continuata per mancanza di prove. Le radici del male, nota la stampa, sono quindi profonde e risalgono a molto tempo fa.
In un primo momento, la ministra dell’Interno, la socialdemocratica Carmen Dan, ha chiesto, d’urgenza, una valutazione d’insieme della direzione della Polizia Romena a tutti i livelli e controlli psicologici approfonditi per tutti i dipendenti del sistema di sicurezza pubblica. Lei ha espresso pubblicamente il malcontento per il modo in cui hanno reagito i capi della Polizia nel caso dei due fascicoli di violenza sessuale su minori, in cui sarebbe stato implicato anteriormente il poliziotto. Carmen Dan: Ho la sensazione che ci confrontiamo con lo stesso approccio superficiale e con la stessa mancanza di impegno pubblico da parte delle persone con cariche dirigenziali nella Polizia Romena. Non ho visto in questi giorni nessun capo della Polizia Romena fare dichiarazioni pubbliche e dare le spiegazioni necessarie all’opinione pubblica.”
La ministra si è chiesta pubblicamente quanto siano stati seri e rigorosi i test psicologici nel caso del poliziotto della Brigata Stradale, che voti professionali abbia ricevuto negli ultimi anni e come sia stato possibile che, dal 1990, da quando lavora nel sistema, i capi non abbiano notato il suo comportamento. Carmen Dan è categorica: a cominciare dal numero uno della Polizia Romena, Bogdan Despescu, i rispettivi capi devono andarsene.
Pure il leader PSD, Liviu Dragnea, afferma che sono necessarie un’analisi seria per quanto riguarda la direzione della Polizia Romena e un’inchiesta sul modo in cui sono stati effettuati gli esami psicologici nei confronti dell’agente. Invece, l’opposizione di destra ricorda che Carmen Dan dirige il ministero già da un anno e afferma che la prima a dare le dimissioni doveva essere lei stessa. Invece la stampa è del parere che uno dei poliziotti ai quali la ministra chiede le dimissioni, il capo del Dipartimento Omicidi della Polizia di Bucarest, Radu Gabriş, è diventato indesiderato perché ha criticato pubblicamente le modifiche che la maggioranza socialdemocratica del Parlamento intende apportare ai Codici Penali.