La politica monetaria della Banca Centrale della Romania
La Banca Centrale della Romania ha aumentato il tasso d’interesse di riferimento, utilizzato nelle sue principali operazioni sul mercato, dopo quasi tre anni in cui è rimasto immutato. Il suo livello è stato stabilito al 2% all’anno, mentre finora era dell’1,75%. La Banca Centrale ha preso questa decisione dopo aver preso in considerazione che l’inflazione sale in un ritmo abbastanza accelerato, e che la Romania ha un livello molto alto di crescita economica, ma determinato nella maggior parte del consumo, afferma l’analista economico Aurelian Dochia. Nella sua opinione, gli effetti di tale misura saranno positivi: “In questo contesto macroeconomico, tale aumento non dovrebbe produrre subito effetti sfavorevoli, anzi, gli effetti si dovrebbero far vedere gradualmente sul mercato finanziario, in primo luogo tramite il graduale aumento degli interessi sui crediti e probabilmente più tardi, nella seconda parte, ci sarà anche un aumento degli interessi sui depositi, a seconda di quanto sarà grande la domanda di concessione di crediti quest’anno.”
Mihai Pelin, 09.01.2018, 13:09
La Banca Centrale della Romania ha aumentato il tasso d’interesse di riferimento, utilizzato nelle sue principali operazioni sul mercato, dopo quasi tre anni in cui è rimasto immutato. Il suo livello è stato stabilito al 2% all’anno, mentre finora era dell’1,75%. La Banca Centrale ha preso questa decisione dopo aver preso in considerazione che l’inflazione sale in un ritmo abbastanza accelerato, e che la Romania ha un livello molto alto di crescita economica, ma determinato nella maggior parte del consumo, afferma l’analista economico Aurelian Dochia. Nella sua opinione, gli effetti di tale misura saranno positivi: “In questo contesto macroeconomico, tale aumento non dovrebbe produrre subito effetti sfavorevoli, anzi, gli effetti si dovrebbero far vedere gradualmente sul mercato finanziario, in primo luogo tramite il graduale aumento degli interessi sui crediti e probabilmente più tardi, nella seconda parte, ci sarà anche un aumento degli interessi sui depositi, a seconda di quanto sarà grande la domanda di concessione di crediti quest’anno.”
Dal canto suo, il governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu, ha precisato che un aumento dell’interesse di riferimento non implica necessariamente un aumento del ROBOR, indice in base al quale vengono calcolati gli interessi sulla maggior parte dei mutui in lei: “Questa crescita del tasso di interesse non vuol dire che aumenterà anche l’indice ROBOR in base al quale viene calcolato l’interesse per i mutui in lei concessi alla popolazione. È possibile che l’effetto sul mercato sia leggermente diverso. Comunque, noi non anticipiamo grandi modifiche degli interessi, assolutamente no.”
Il rappresentante della Banca Centrale ha sottolineato che variazioni comprese tra 0,01 e 0,02 punti percentuali dei tassi interbancari non sono significative e il loro impatto è poco significativo. Un’altra decisione importante della Banca Centrale riguarda il mantenimento degli attuali livelli delle riserve minime obbligatorie applicabili ai passivi in lei e in valuta delle istituzioni di credito.
D’altra parte, Mugur Isărescu ha annunciato che, in primavera, la Banca Centrale della Romania potrebbe decidere di limitare l’accesso della popolazione ai mutui, se ci saranno raccomandazioni in tal senso da parte del Comitato Nazionale per la Vigilanza Macroprudenziale: “Non abbiamo ancora preso alcuna decisione, ne abbiamo parlato anche all’interno del Comitato di politica monetaria. Anche se non è stata una cosa voluta, i monetaristi della Banca Centrale intendono intervenire con altre misure. Questo è il mondo verso il quale ci dirigiamo, abbiamo analizzato tangenzialmente queste decisioni anche nel Consiglio di amministrazione e rientrano in una serie più ampia, quindi se saranno prese misure del genere, probabilmente ciò succederà in primavera.” Alla fine di novembre 2017, i romeni registravano ritardi nel pagamento dei debiti pari a 5,46 miliardi di lei (1,17 miliardi di euro) per i mutui in moneta nazionale e di 6,25 miliardi di lei (1,34 miliardi di euro) per i prestiti in valuta.