Di nuovo sulle leggi sulla giustizia
Considerando il dialogo lunica soluzione per la salvaguardia e il consolidamento della democrazia, 43 organizzazioni civiche, attive nelle proteste di piazza contro le modifiche delle leggi sulla giustizia e dei codici penali in Romania dalla maggioranza PSD-ALDE, hanno chiesto, di recente, in una lettera aperta, un incontro col premier socialdemocratico Mihai Tudose. Perchè, si legge nel documento, ci sono state delle defficienze notevoli nel dialogo e nelle consultazioni tra il legislatore e la società per quanto riguarda le modifiche nel campo della giustizia.
Corina Cristea, 28.12.2017, 16:06
Considerando il dialogo lunica soluzione per la salvaguardia e il consolidamento della democrazia, 43 organizzazioni civiche, attive nelle proteste di piazza contro le modifiche delle leggi sulla giustizia e dei codici penali in Romania dalla maggioranza PSD-ALDE, hanno chiesto, di recente, in una lettera aperta, un incontro col premier socialdemocratico Mihai Tudose. Perchè, si legge nel documento, ci sono state delle defficienze notevoli nel dialogo e nelle consultazioni tra il legislatore e la società per quanto riguarda le modifiche nel campo della giustizia.
Lincontro sollecitato è anche avvenuto. Ieri, sette rappresentanti delle predette organizzazioni hanno discusso per qualche ora con il premier, ma il dialogo non ha avuto alcun esito importante. Il capo del governo ha accettato solo una delle tre richieste formulate, ossia quella relativa alla segnalazione alla Commissione di Venezia in merito alle leggi sulla Giustizia. Ma neanche in questo caso ha avuto una risposta categorica.
“La seconda sollecitazione – il rinvio dellapplicazione delle leggi sulla giustizia tramite decreto-legge fino al momento in cui la Commissione di Venezia dirà la sua opinione, esprimerà un punto di vista su queste leggi, e la terza sollecitazione è stata la destituzione immediata del ministro della Giustizia, Tudorel Toader, che da tempo non è più un partner credibile dal punto di vista morale e professionale, sia per la società civile e per le istituzioni indipendenti dello stato, che per i partner esteri”, spiega Mihai Poliţeanu, il rappresentante del movimento civico “LIniziativa Romania”.
Le organizzazioni civiche hanno trasmesso, inoltre, al premier che, nella loro opinione, la Romania si trova in un momento di deriva grave dagli standard democratici e dallo stato di diritto e che, in seguito ai mancati risultati delle discussioni, le proteste, che hanno fatto radunarsi in piazza ogni sera, da quasi un anno, un numero importante di persone, continueranno.
In una prima reazione, il leader del PSD, Liviu Dragnea, ha dichiarato, ad unemittente televisiva privata, di essere convinto che nessun provvedimento delle leggi adottate intacca la giustizia o lattività dei magistrati.
“Io spero che queste leggi siano un passo importante nel processo più lungo o più breve, non lo saprei adesso, di diminuzione degli abusi in Romania. Ho guardato con attenzione la forma finale prima che fosse votata, dopo che è stata esaminta dalla commissione. Sono passi importanti”, ha detto Liviu Dragnea.
I dibattiti su queste leggi sono stati ultratrasparenti, ha aggiunto Liviu Dragnea. Accennando alle segnalazione dellopposizione di destra alla Corte Costituzionale in merito alle modifiche alle leggi sulla giustizia, il leader socialdemocratico afferma di non credere che queste leggi saranno trovate integralmente incostituzionali, e se certi articoli saranno dichiarati incostituzionali, si interverrà su di essi nel Parlamento. (traduzione di Adina Vasile)