Il Parlamento romeno rende omaggio a Re Michele I
Sono poche le personalità storiche, fedeli ai valori democratici, diventate indesiderate sia per i nazisti tedeschi che per i bolscevichi sovietici. Una di queste personalità è stato Re Michele I di Romania. Nato il 25 ottobre 1921, Michele è salito al trono nel 1940, in seguito all’abdicazione di suo padre, l’impopolare Carlo II. Rimasto a lungo all’ombra del capo de facto dello stato, il maresciallo filotedesco Ion Antonescu, il Re ha disposto, il 23 agosto 1944, il suo arresto, il ritiro della Romania dall’alleanza con la Germania hitleriana e il ritorno a fianco dei suoi alleati tradizionali, gli USA e la Gran Bretagna. Stando agli storici, questa decisione ha accorciato la guerra di almeno sei mesi ed ha salvato centinaia di migliaia di vite.
Bogdan Matei, 12.12.2017, 13:17
Sono poche le personalità storiche, fedeli ai valori democratici, diventate indesiderate sia per i nazisti tedeschi che per i bolscevichi sovietici. Una di queste personalità è stato Re Michele I di Romania. Nato il 25 ottobre 1921, Michele è salito al trono nel 1940, in seguito all’abdicazione di suo padre, l’impopolare Carlo II. Rimasto a lungo all’ombra del capo de facto dello stato, il maresciallo filotedesco Ion Antonescu, il Re ha disposto, il 23 agosto 1944, il suo arresto, il ritiro della Romania dall’alleanza con la Germania hitleriana e il ritorno a fianco dei suoi alleati tradizionali, gli USA e la Gran Bretagna. Stando agli storici, questa decisione ha accorciato la guerra di almeno sei mesi ed ha salvato centinaia di migliaia di vite.
Tre anni dopo, quando il Paese si trovava praticamente sotto occupazione militare sovietica ed era presieduto da un governo comunista marionetta, il Re fu costretto ad abdicare e ad esiliarsi nell’Occidente. Egli ha garantito le azioni del Comitato Nazionale romeno, presentato come un governo democratico in esilio. Rientrato in Patria solo dopo la Rivoluzione anticomunista del 1989, il Re ha sostenuto, presso le corti reali e le cancellerie occidentali, l’ingresso della Romania nella NATO e nell’Unione Europea.
Era d’obbligo, sostengono i commentatori, che questa esemplare biografia fosse omaggiata anche nel Parlamento di Bucarest, in una seduta solenne cui hanno partecipato pure le più importanti personalità pubbliche attuali. Re Michele ha simboleggiato la speranza di una Romania rinata e libera e resterà nel ricordo del popolo romeno come un grande uomo di stato — ha affermato il presidente Klaus Iohannis. Anche il premier Mihai Tudose si è detto convinto che il Re resterà nella storia e che la sua personalità impressionante continuerà a ispirare intere generazioni di romeni.
Ho perso, come l’intera Nazione, un padre — ha detto la primogenita del Re, la principessa Margherita, Custode della Corona. La Casa Reale, ha promesso la principessa, continuerà a fare di tutto, accanto alle istituzioni fondamentali dello stato, per il progresso del Paese.
Il patriarca Daniele della Chiesa Ortodossa, fede maggioritaria in Romania, alla quale appartiene pure la famiglia reale, ha reso un omaggio alla persona dell’ex monarca, un credente costante”, che non si è mai astenuto dal confessare pubblicamente le proprie convinzioni religiose. Il Re, ha aggiunto ancora il Patriarca, era allo stesso tempo rispettoso degli altri culti, essendo “un uomo della pace interetnica ed interreligiosa”.
Anche il presidente della Federazione delle Comunità Ebraiche di Romania, Aurel Vainer, ha omaggiato la persona dell’ex Re, un uomo tra gli uomini”. Il Tempio Corale di Bucarest ha ospitato, sempre lunedì, quasi contemporaneamente alla seduta nel Parlamento, un evento commemorativo dedicato alle azioni tramite cui, durante l’Olocausto nazista, Re Michele e la Regina Madre Elena hanno offerto sostegno agli ebrei di Romania, salvando le vite di molti di loro. (tr. G.P.)