In memoriam Re Michele I di Romania
La vita di Michele I si è immedesimata in maniera sublime con il suo dovere nei confronti del proprio Paese. Salì al trono quando era solo un bambino, andò in esilio quando era un giovane deciso a servire il Paese a tutti i costi, nei tempi complicati che avvolsero l’Europa e il mondo. Dopo il crollo del comunismo in Romania e un esilio doloroso, ma degno, a Re Michele fu consentito difficilmente il rientro in Patria.
Marius Tiţa, 05.12.2017, 15:40
In tutto questo tempo, lungo decenni interi cupi e pesanti, Michele ha lottato per la Romania, per il suo posto in un’Europa unita, in un concerto internazionale della pace e della democrazia. Il posto della Romania è, come lo è sempre stato, in Europa, poichè la Romania è un Paese europeo, dichiarava Re Michele anni fa, quando la Romania stava compiendo degli sforzi per ritornare in Europa, entrare a far parte della NATO e dell’Unione Europea.
Anche se ora le cose sono più complicate, a causa delle vicende della seconda Guerra mondiale e di quelle che ne seguirono, l’Occidente europeo deve capire che la Romania è un Paese europeo. La Romania deve riprendere il posto che ha sempre occupato. Ho dichiarato ripetutamente che l’ingresso della Romania nella NATO è estremamente importante. Per noi è particolarmente importante entrare a far parte della NATO. Ci tengo tantissimo che la Romania sia membro della NATO, aggiungeva Re Michele di Romania.
Il 25 ottobre 2011, quando ha compiuto i 90 anni, nel suo ultimo discorso pronunciato al Parlamento del suo Paese, Michele sottolineava, in chiusura di questo testamento di sovrano della Romania: Sta solo a noi rendere il Paese stabile, prospero e ammirato nel mondo. Non vedo la Romania di oggi come un’eredità dai nostri genitori, bensì come un Paese che abbiamo preso in prestito dai nostri figli. Che Dio ci aiuti! (traduzione di Iuliana Anghel)