Rapporto della Banca Centrale sull’economia
La stabilità finanziaria è rimasta solida in Romania. È una delle conclusioni del rapporto annuo pubblicato dalla Banca Centrale. Il documento passa in rassegna i vantaggi dell’economia romena, ma anche le sue vulnerabilità. Il valore basso del debito pubblico, del 37,4% del PIL, è uno dei punti forti dell’economia romena, si rileva nel rapporto. In più, l’esistenza di riserve internazionali importanti, un tasso alto di crescita economica nei primi nove mesi del 2017 e il calo della disoccupazione possono essere considerati vantaggi economici.
Mihai Pelin, 05.12.2017, 13:19
La stabilità finanziaria è rimasta solida in Romania. È una delle conclusioni del rapporto annuo pubblicato dalla Banca Centrale. Il documento passa in rassegna i vantaggi dell’economia romena, ma anche le sue vulnerabilità. Il valore basso del debito pubblico, del 37,4% del PIL, è uno dei punti forti dell’economia romena, si rileva nel rapporto. In più, l’esistenza di riserve internazionali importanti, un tasso alto di crescita economica nei primi nove mesi del 2017 e il calo della disoccupazione possono essere considerati vantaggi economici.
Quanto alle vulnerabilità, la Banca Centrale attira l’attenzione che a livello regionale permangono differenze di sviluppo economico, che si potrebbero aggravare in assenza di riforme strutturali. I rischi per l’economia sono legati al calo di fiducia degli investitori stranieri e a possibili squilibri macroeconomici. Stando al vicegovernatore della Banca Centrale Liviu Voinea, un motivo di preoccupazione e l’aumento del grado di indebitamento della popolazione, ma anche una mancanza di disciplina finanziaria nell’economia. Liviu Voinea ha presentato alcune possibili misure per attenuare questi rischi: “La diminuzione del rischio di rifinanziamento del debito pubblico, anche tramite misure volte a continuare l’aumento della maturità degli strumenti di debito, l’allineamento del deficit strutturale all’obiettivo a medio termine, l’aumento della capacità dei debitori di far fronte a evoluzioni sfavorevoli, la ricapitalizzazione delle compagnie con capitali propri inferiori alla soglia minima stabilita.”
D’altra parte, la Banca Centrale raccomanda la revisione delle condizioni di accesso al programma “La Prima Casa”, con particolare attenzione alle persone con redditi relativamente bassi. Stando a Liviu Voinea, bisogna tener conto che, attualmente, le condizioni sono ben diverse rispetto a quelle esistenti nel momento in cui è stato lanciato il programma. Liviu Voinea: “Attualmente la crescita economica è del tutto diversa, supera il potenziale. Il bilancio delle banche è stato significativamente ripulito, ciò vuol dire che c’è spazio per nuovi crediti, anche senza garanzie statali, ma ammettendo la necessità di alcune politiche sociali, soprattutto a sostegno di coloro che fanno fatica a raccogliere questo avanzo, il programma può continuare, ma in una maniera ben mirata, con particolare attenzione alle persone che guadagnano somme inferiori allo stipendio minimo.”
Questo programma governativo permette a coloro che vogliono comprarsi o costruirsi una casa di prendere dalla banca un mutuo immobiliare garantito fino al 50% dallo Stato romeno. “La Prima Casa” rappresentava, lo scorso settembre, il 62,5% del numero totale di mutui ipotecari.