All’esame, le leggi sulla giustizia
Aspramente criticate in piazza, respinte sia dalle associazioni operanti nel settore, che dai capi delle principali istituzioni giudiziarie del Paese, oppure tema di rimproveri da parte dell’Opposizione di destra, i cambiamenti che il Potere di sinistra di Bucarest intende apportare alla Giustizia entrano, questa settimana, nell’agenda della seduta plenaria del Parlamento. La prima proposta di modifica delle leggi sulla Giustizia, che riguarda lo statuto dei giudici e dei procuratori, arriva alla Camera dei Deputati.
Florentin Căpitănescu, 04.12.2017, 13:13
Aspramente criticate in piazza, respinte sia dalle associazioni operanti nel settore, che dai capi delle principali istituzioni giudiziarie del Paese, oppure tema di rimproveri da parte dell’Opposizione di destra, i cambiamenti che il Potere di sinistra di Bucarest intende apportare alla Giustizia entrano, questa settimana, nell’agenda della seduta plenaria del Parlamento. La prima proposta di modifica delle leggi sulla Giustizia, che riguarda lo statuto dei giudici e dei procuratori, arriva alla Camera dei Deputati.
Il progetto di modifica dello statuto dei magistrati, che ha già ricevuto il rapporto positivo da parte della Commissione speciale del Parlamento, prevede che il capo dello stato non potrà più rifiutare la nomina dei procuratori e dei giudici, che i procuratori saranno controllati dai loro superiori gerarchici, anche dal ministro della Giustizia, e che i magistrati dovranno dichiarare ogni anno di non essere agenti dei servizi segreti sotto copertura. Inoltre, nella forma proposta alla plenaria del Parlamento, il progetto prevede che i giudici e i procuratori risponderanno dal punto di vista civile, disciplinare e penale per eventuali errori professionali. Nel frattempo, la Commissione speciale continua ad esaminare gli altri due progetti che riguardano l’organizzazione giudiziaria e il Consiglio Superiore della Magistratura.
I dibattiti sono preceduti dalla reazione senza precedenti tramite cui gli USA hanno espresso la preoccupazione per il fatto che il Parlamento della Romania prende in considerazione una legislazione che intaccherebbe la lotta alla corruzione e potrebbe indebolire l’indipendenza della giustizia. D’altra parte, l’ampia riforma giudiziaria promossa dalla coalizione maggioritaria PSD-ALDE continua ad alimentare l’indignazione pubblica.
Le solite proteste di fine settimana organizzate, ultimamente, nelle grandi città, soprattutto nella Capitale, sono continuate anche la settimana scorsa. In replica, il PSD ha annunciato che organizzerà manifestazioni in tutto il Paese, contro quello che il partito definisce “lo stato parallelo e illegittimo”. Stando agli analisti politici, si tratterebbe di un concetto propagandistico poco ispirato, che fa pensare ad una forza occulta il cui scopo sarebbe di allontanare, con mezzi immorali e illegali, l’attuale Potere, democraticamente eletto.
Ad ogni modo — notano gli stessi osservatori -, non è la prima volta che il PSD, sullo sfondo degli obiettivi governativi non raggiunti e delle proteste dell’ultimo anno, ricorre a formule dubbiose di propaganda, in cui sono coinvolti nemici immaginari oppure interpretazioni fantasmagoriche della realtà. Il presunto coinvolgimento, mai provato, del miliardario americano di origine ungherese George Soros, oppure delle multinazionali operanti in Romania nei giochi politici di Bucarest sono solo due esempi.