Previsioni economiche e misure fiscali
La crescita economica della Romania anticipata dalla Commissione Nazionale di Previsione, ma anche dalla Commissione Europea, FMI, BERS o Banca Mondiale incoraggia il governo di coalizione PSD-ALDE di Bucarest. Stando all’Esecutivo di Bruxelles, ad esempio, l’avanzo dell’economia romena nel 2017 dovrebbe essere del 5,7%, maggiore dell’1,4% rispetto a quanto stimato in primavera. Pure per il 2018 è prevista una crescita del 4,4%, maggiore di quella iniziale.
Roxana Vasile, 10.11.2017, 14:40
La crescita economica della Romania anticipata dalla Commissione Nazionale di Previsione, ma anche dalla Commissione Europea, FMI, BERS o Banca Mondiale incoraggia il governo di coalizione PSD-ALDE di Bucarest. Stando all’Esecutivo di Bruxelles, ad esempio, l’avanzo dell’economia romena nel 2017 dovrebbe essere del 5,7%, maggiore dell’1,4% rispetto a quanto stimato in primavera. Pure per il 2018 è prevista una crescita del 4,4%, maggiore di quella iniziale.
“La cosa più importante è che tale crescita si rifletta nelle tasche dei romeni e siamo sulla giusta strada.” — ha scritto su Facebook il premier socialdemocratico Mihai Tudose, la cui equipe prende, però, anche una doccia fredda: Bruxelles dice che il deficit di bilancio della Romania sfiorerà, quest’anno, la soglia del 3% ammessa dall’Unione Europea, nel 2018 salirà al 3,9%, mentre l’anno successivo arriverà al 4,1% a causa del presunto aumento salariale per i pubblici dipendenti che avverrà in seguito all’applicazione di una legge in via di elaborazione. Tutto ciò, correlato alla recente modifica, tramite ordinanza d’urgenza, del Codice Fiscale, che prevede, tra l’altro, che il pagamento dei contributi sociali sarà interamente a carico del dipendente.
Il premier Tudose afferma che, grazie a queste misure, l’aumento dei redditi dei cittadini, ma anche gli investimenti nell’infrastruttura stradale, nella sanità e nell’istruzione diventeranno realtà. D’altra parte, le compagnie straniere di Romania che hanno registrato profitto grazie ad un ambiente d’affari favorevole non devono più cavare i soldi dal Paese, ma pagare qui tutti gli obblighi. La ministra del Lavoro, Lia Olguţa Vasilescu, ha precisato che, dopo l’applicazione, dal 1 gennaio, del nuovo Codice Fiscale, l’Esecutivo si aspetta ad una migliore raccolta dei contributi sociali al budget dello stato: “Cosa facevano finora i datori di lavoro? Pagavano solo il contributo del dipendente, senza pagare invece quello della propria ditta. D’ora in poi, non si può più fare così, sarà di nuovo un reato, ma le pene non si stabiliscono tramite il Codice Fiscale, bensì tramite leggi del tutto diverse. Le penalità saranno pagate dalle ditte, non dagli impiegati, perché sono costrette, infatti, tramite questo Codice, a versare i rispettivi soldi.”
I sindacati continuano ad esprimere a voce alta il malcontento in merito al nuovo Codice Fiscale. Dumitru Costin, leader del Blocco Nazionale Sindacale, ha annunciato che chiederà all’Avvocato del Popolo di segnalare la situazione alla Corte Costituzionale: “In tutto questo periodo in cui siamo stati in contatto con i rappresentanti del Governo, abbiamo cercato di attirare l’attenzione che la Romania ha ratificato due trattati importanti: il Codice Europeo di Sicurezza Sociale e la Carta Sociale Europea rivista. Ci sono provvedimenti espliciti per quanto riguarda le percentuali tramite cui un sistema di sicurezza sociale di un Paese può essere sostenuto, finanziato dai lavoratori. Esiste una soglia massima. Il testo dell’Ordinanza supera di molto i provvedimenti di questi trattati.”
Dalle statistiche del ministero delle Finanze risulta che, a settembre, più di 157.000 datori di lavoro non avevano pagato i contributi sociali per i loro dipendenti. (tr. G.P.)