Le leggi sulla giustizia, discusse a Bruxelles
Ammessa nell’UE nel 2007, la Romania si trova ancora sotto il monitoraggio dei partner europei nello scottante dossier sul funzionamento della Giustizia. Un decennio fa, non molto convinto della volontà e della capacità delle autorità di Bucarest di garantire la sua indipendenza e di contrastare efficacemente la corruzione, Bruxelles ha imposto la creazione del cosiddetto meccanismo di cooperazione e verifica (MCV). Nelle loro relazioni periodiche, gli esperti comunitari valutano le evoluzioni in questo settore, salutano i progressi e segnalano le disfunzionalità.
Bogdan Matei, 09.11.2017, 13:18
Mercoledì, il ministro della Giustizia romeno, Tudorel Toader, si è detto convinto che un nuovo rapporto intermedio relativo al MCV, che sarà pubblicato a breve dalla Commissione Europea, sarà uno equilibrato e oggettivo. Il ministro ha annunciato di aver avuto incontri su questo tema, a Bruxelles, anche con il primo-vicepresidente dell’esecutivo europeo, Frans Timmermans. Tra i temi analizzati, ha precisato il ministro, si sono annoverate pure le evoluzioni registrate nel rapporto di monitoraggio e la presentazione oggettiva delle soluzioni proposte tramite il progetto di modifica delle leggi sulla giustizia. Le tre leggi importanti in base alle quali funziona il sistema, relative allo statuto dei giudici e dei procuratori, al Consiglio Supremo della Magistratura e all’organizzazione giudiziaria, dovrebbero essere emendate per essere conformi alle decisioni della Corte Costituzionale della Romania.
L’opposizione e la stampa sospettano, però, che il Potere cerchi di inserire nella futura legislazione provvedimenti che potrebbero sabotare la lotta anticorruzione. A destare le più veementi reazioni interne è stata la proposta iniziale di Toader, abbandonata nel frattempo dalla maggioranza PSD-ALDE, che il presidente Klaus Iohannis sia escluso dalle procedure di nomina dei capi delle Procure Generale, anticorruzione e antimafia. Soprattutto lo statuto dell’Ispezione Giudiziaria sembra preoccupare di più i partner occidentali, come confessava lo stesso ministro. Inizialmente, il progetto da lui promosso stipulava che l’ispezione giudiziaria passasse dal CSM, al ministero e ciò ha alimentato i sospetti legati alla subordinazione politica.
Confrontato con le obiezioni dei magistrati stessi e con le veementi proteste dell’opposizione e della società civile, Toader ha sfumato leggermente la sua posizione, affermando che, l’Ispezione Giudiziaria, subordinata al CSM o al ministero che sia, ha bisogno di ciò che lui ha definito il consolidamento delle garanzie d’indipendenza”.
Non confermata ufficialmente, ma insistentemente presentata dai mass media, l’informazione che il primo-vicepresidente della Commissione Europea abbia raccomandato al ministro che le leggi sulla Giustizia non siano modificate senza l’approvazione della Commissione di Venezia ha già suscitato reazioni nel Paese.
Il presidente della Commissione parlamentare speciale per la giustizia, l’ex ministro Florin Iordache, afferma che spetta al Legislativo di Bucarest decidere se è necessaria o meno l’approvazione da parte di questa istituzione, con ruolo consultivo, del Consiglio d’Europa. (tr. G.P.)