Iniziative per i romeni all’estero
I romeni che lavorano all’estero avranno a disposizione, entro fine anno, una piattaforma online contenente informazioni sui loro diritti. Si tratta di un progetto finanziato da fondi europei e in cui la Scuola Nazionale di Studi Politici e Amministrativi è co-beneficiario, accanto ad altre università e istituzioni pubbliche di nove stati europei. La piattaforma conterrà materiali informativi in 11 lingue.
Daniela Budu, 12.10.2017, 12:37
La responsabile del progetto presso la SNSPA, Sonia Dragomir, parla dei problemi affrontati dai lavoratori distaccati. Sonia Dragomir: A cominciare dal modo in cui ricevono lo stipendio, alle condizioni di lavoro precarie, al fatto che non godono di una formazione sulla salute e la sicurezza sul posto di lavoro per i lavori che svolgono all’estero. Ci sono poi delle barriere linguistiche. Lavorano di solito in Paesi di cui non conoscono la lingua e raramente succede che abbiano a disposizione un consulente che renda più facile la comunicazione con il datore di lavoro. Però, nella maggior parte dei casi, organizzazioni non governative oppure unioni sindacali arrivano a dare loro una mano.
Circa il 35% della popolazione attiva della Romania è andata, negli ultimi dieci anni, a lavorare all’estero, afferma il consigliere di stato Laszlo Borbely, coordinatore del Dipartimento per lo Sviluppo Durevole. Secondo lui, trovare soluzioni per fermare questa migrazione è uno dei 17 obiettivi principali della Strategia Nazionale di Sviluppo Durevole, che ha bisogno di essere rivista. A tale scopo, andrebbero creati dei nuclei per lo sviluppo durevole presso i ministeri, aggiunge il consigliere. Laszlo Borbely: Tutto ciò che esiste in una società è contenuto in questi 17 obiettivi. Ci sono problemi sociali, ci sono problemi economici, di ogni tipo. Anche se sembra complicato, con i 17 obiettivi e i 169 target, con 244 indicatori definiti dall’ONU, si possono fare cose molto utili per le comunità più piccole o più grandi.
Il più recente studio sulla diaspora romena, commissionato da RePatriot e realizzato da Open-i Research, rileva che il 57% dei romeni emigrati desiderano tornare nel loro Paese. Inoltre, il 56% dei romeni emigrati desiderano investire in Romania, però la loro principale barriera è la corruzione nel Paese e a livello della classe politica.
D’altra parte, il 43% dei romeni della diaspora stimano che nei prossimi tre anni la situazione in Romania migliorerà, mentre il 26% che le cose peggioreranno — rileva ancora lo studio. (tr. G.P.)