La questione delle discariche
Ad aprile, la Commissione Europea ha deferito la Romania alla Corte di Giustizia dell’UE, per non aver portato a compimento l’obbligo di rivedere e adottare il piano nazionale di gestione dei rifiuti e il programma di prevenzione della produzione di rifiuti. Un mese dopo, l’Esecutivo Europeo ha avviato le procedure di infrazione contro 14 stati membri, tra cui anche la Romania, per l’inosservanza degli obblighi relativi all’implementazione di più norme dell’UE nel campo della gestione dei rifiuti. La Romania si trova, da questo punto di vista, nella stessa situazione di stati come Francia, Italia, Gran Bretagna, Spagna, Olanda o Svezia. Nonostante i moniti di Bruxelles, le autorità romene non sono riuscite a fare gran che nella questione delle discariche. I problemi permangono e, attualmente, la Romania sta cercando di dimostrare di essere consapevole dell’importanza della chiusura delle discariche.
Mihai Pelin, 05.10.2017, 14:03
Ad aprile, la Commissione Europea ha deferito la Romania alla Corte di Giustizia dell’UE, per non aver portato a compimento l’obbligo di rivedere e adottare il piano nazionale di gestione dei rifiuti e il programma di prevenzione della produzione di rifiuti. Un mese dopo, l’Esecutivo Europeo ha avviato le procedure di infrazione contro 14 stati membri, tra cui anche la Romania, per l’inosservanza degli obblighi relativi all’implementazione di più norme dell’UE nel campo della gestione dei rifiuti. La Romania si trova, da questo punto di vista, nella stessa situazione di stati come Francia, Italia, Gran Bretagna, Spagna, Olanda o Svezia. Nonostante i moniti di Bruxelles, le autorità romene non sono riuscite a fare gran che nella questione delle discariche. I problemi permangono e, attualmente, la Romania sta cercando di dimostrare di essere consapevole dell’importanza della chiusura delle discariche.
Di recente, la ministra Graţiela Gavrilescu, ha visitato, nella provincia di Sibiu (centro), il primo deposito di rifiuti industriali pericolosi di Romania, chiuso ad agosto, secondo le richieste dell’UE. Per due decenni, dal 1974 al 1994, vi si sono accumulate più di 60 mila tonnellate di rifiuti pericolosi, prodotti dall’industria della zona di Mediaş. La ministra dell’Ambiente considera che è una prima, un buon esempio di come si possono risolvere le questioni dei depositi non conformi per i quali la Romania sta per essere sanzionata dalla Commissione Europea: “L’operatore economico ha adempiuto a tutti gli obblighi ambientali e, come avete visto, ha chiuso il deposito in conformità alla legge vigente. Abbiamo già avviato tutte le pratiche affinché la discarica di Târnava sia tolta dalla lista della procedura di infrazione. Abbiamo inoltrato la richiesta alla Corte Europea di Giustizia, affinché questa discarica sia eliminata definitivamente.”
Però — ha sottolineato Graţiela Gavrilescu — in Romania ci sono ancora altri 49 depositi del genere, di cui solo 4-5 potrebbero essere chiusi entro fine anno. Se la Romania perderà il processo alla Corte Europea di Giustizia nella questione delle discariche non conformi, dovrà pagare ingenti penalità, di fino a 100 mila euro al giorno. Oltre a questi problemi, appaiono anche altri. Mercoledì, i vigili del fuoco hanno faticato a spegnere un incendio scoppiato alla discarica temporanea di Cluj-Napoca (nord/ovest), dopo che, l’anno scorso, si era verificato un incidente simile. Questa è utilizzata dal 2015, quando la discarica permanente della città era stata chiusa, essendo dichiarata non conforme. Attualmente, la vecchia discarica pone anche una serie di problemi ambientali, a causa di un bacino di percolato — sostanza tossica formata in seguito alla decomposizione dei rifiuti — che si è formato nella zona e del superamento dei limiti legali per certe sostanze. (tr. G.P.)