Bucarest – Budapest, scambio di messaggi
La riconciliazione storica, negli anni 90, tra la Romania e l’Ungheria postcomuniste è spesso menzionata negli studi di specialità come una storia di successo, paragonabile solo a quella tra la Francia e la Germania postbelliche. Tuttavia, la memoria di un millennio di sanguinosa rivalità, in cui gli ungheresi hanno regnato in Transilvania, provincia con popolazione a maggioranza romena da sempre, salta fuori ogni tanto e i rapporti tra Bucarest e Budapest s’inceppano.
Bogdan Matei, 07.09.2017, 11:21
La riconciliazione storica, negli anni 90, tra la Romania e l’Ungheria postcomuniste è spesso menzionata negli studi di specialità come una storia di successo, paragonabile solo a quella tra la Francia e la Germania postbelliche. Tuttavia, la memoria di un millennio di sanguinosa rivalità, in cui gli ungheresi hanno regnato in Transilvania, provincia con popolazione a maggioranza romena da sempre, salta fuori ogni tanto e i rapporti tra Bucarest e Budapest s’inceppano.
L’ambasciatore di Romania in Ungheria, Marius-Gabriel Lazurca, è stato convocato, mercoledì, al ministero degli Esteri ungherese, dove il segretario di stato Levente Magyar lo ha annunciato che il Governo di Budapest ha deciso di sospendere a tempo indeterminato il sostegno della candidatura della Romania a diverse organizzazioni internazionali, tra cui quella per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCDE). Siamo costernati, ha detto lui, del fatto che, un giorno dopo la visita effettuata dal capo della diplomazia ungherese, Péter Szijjártó, a Bucarest, le autorità romene hanno affermato chiaramente che sospenderanno il funzionamento del Ginnasio Romano-Cattolico di Târgu Mureş (centro). Questo atteggiamento è considerato dall’Ungheria un attacco contro la Chiesa Cattolica, la minoranza ungherese, i bambini e le famiglie ungheresi — ha concluso l’esponente di Budapest, con una veemenza insolita nel dialogo diplomatico romeno-ungherese degli ultimi anni.
Gli analisti di politica estera ritengono l’annuncio di Budapest ancora più ostile e inopportuno, nel contesto in cui, lunedì, il ministro Teodor Meleşcanu aveva appena presentato al segretario generale dell’OCDE, Angel Gurria, i vantaggi della candidatura della Romania, puntando sulla determinazione politica e sull’adempimento ai criteri di valutazione stabiliti dall’organizzazione.
Molto più ponderata, la replica di Bucarest è arrivata subito: il ministero degli Esteri ha trasmesso un comunicato in cui considera che la posizione del governo di Budapest sia legata alla campagna elettorale in Ungheria. Qualsiasi istituzione di insegnamento in Romania deve rispettare, senza alcun’eccezione, la legge romena, che non viene applicata in maniera discriminatoria, su criteri etnici, religiosi o di altro tipo — ha precisato la diplomazia di Bucarest. Stando al ministero, qualsiasi tentativo di presentare la situazione del Liceo Romano-Cattolico di Târgu-Mureș come esempio di mancata osservazione dei diritti delle persone appartenenti alle minoranze nazionali è contrario alla realtà, perché esistono numerosi altri esempi di istituzioni scolastiche che dimostrano che lo Stato romeno garantisce, ai più alti standard, il diritto all’educazione della minoranza ungherese nella propria madrelingua.
Ed è vero che ai membri di questa comunità, il cui numero ammonta a circa 1,5 milioni di persone, la maggior parte residenti in Transilvania, viene garantito il diritto a studiare in lingua ungherese, dall’asilo fino agli studi post-universitari. Inoltre, le politiche di insegnamento dello stato romeno hanno sempre preso in considerazione le pretese della loro principale formazione politica, l’Unione Democratica Magiari di Romania, presente, ininterrottamente dal 1990, nel Parlamento della Romania post-comunista e cooptata spesso nei governi di coalizione di Bucarest. (tr. G.P.)