La Repubblica Moldova – 26 anni di indipendenza
Bogdan Matei, 28.08.2017, 14:56
Già,
in seguito alla firma, nel 2014, degli accordi di Associazione e Libero Scambio
tra Chişinău e Bruxelles, i cittadini moldavi possono circolare senza visto
nell’Ue, e le ditte possono esportare sul mercato comunitario in condizioni
molto vantaggiose. Apertamente pro-occidentale, il Governo di coalizione
presieduto dal democratico Pavel Filip resta un promotore del ravvicinamento
all’Ue, ma il presidente socialista filorusso della Moldova, Igor Dodon,
virulentemente romenofobo e antioccidentale, desidera il ritorno della
repubblica sull’orbita di influenza di Mosca. Ciascuno di loro sostenuto da
circa metà dell’elettorato, Filip e Dodon sono rappresentativi per la frattura politica, geopolitica e di
valori nella società moldava. Le cause sono dolorose e profonde. Nel momento
dell’annessione stalinista, centinaia di migliaia di etnici romeni si sono
rifugiati in Romania, altre decine di migliaia sono stati deportati in Siberia
o Kazakistan, essendo rimpiazzti con coloni reclutati da tutti i canti
dell’impero sovietico. Del resto, l’ambasciatore moldavo stesso a Bucarest, Mihai Gribincea, ammoniva
che l’odierna repubblica, molto più divisa dal punto di vista politico,
amministrativo, etnico, linguistico, religioso, non è più la provincia romena
del periodo interbellico. La più grave conseguenza della metà di secolo di
occupazione è che, sebbene la Moldova sia uscita dall’Urss, a livello delle
mentalità l’Urss non è uscita dalla Moldova – ha concluso l’ambasciatore. (traduzione di Adina Vasile)