Sostegno della Romania alle riforme in Moldova
Ancora drammaticamente divisa tra i nostalgici dell’epoca sovietica e i sostenitori dei valori occidentali, la società della Moldova sta generando vettori politici su misura. Le elezioni hanno portato ad una coabitazione difficile tra un presidente socialista filorusso, Igor Dodon, e il governo di coalizione eterogeneo, dichiaratamente filoeuropeo e presieduto dal democratico Pavel Filip. Dopo l’investitura, Dodon si è recato per tre volte in Russia, nel giro di meno di sei mesi. Filip si sente molto di più a suo agio a Bucarest, Bruxelles o Strasburgo. La firma degli accordi di associazione e libero scambio tra la Moldova e l’Unione Europea, nel 2014, ha irritato Mosca, che ha messo sotto embargo le merci esportate da Chisinau.
Bogdan Matei, 27.06.2017, 13:19
Ancora drammaticamente divisa tra i nostalgici dell’epoca sovietica e i sostenitori dei valori occidentali, la società della Moldova sta generando vettori politici su misura. Le elezioni hanno portato ad una coabitazione difficile tra un presidente socialista filorusso, Igor Dodon, e il governo di coalizione eterogeneo, dichiaratamente filoeuropeo e presieduto dal democratico Pavel Filip. Dopo l’investitura, Dodon si è recato per tre volte in Russia, nel giro di meno di sei mesi. Filip si sente molto di più a suo agio a Bucarest, Bruxelles o Strasburgo. La firma degli accordi di associazione e libero scambio tra la Moldova e l’Unione Europea, nel 2014, ha irritato Mosca, che ha messo sotto embargo le merci esportate da Chisinau.
Neanche i partner occidentali hanno digerito leggermente la corruzione in Moldova, che ha portato all’allucinante scomparsa dal sistema bancario di un miliardo di dollari, che equivale a circa il 15% del Pil. Temendo di non buttare i soldi in un buco nero, l’UE, il FMI o la Banca Mondiale hanno tagliato temporaneamente le linee di credito per Chisinau. In quel momento, la Romania è stata l’unica disposta a concedere allo stato confinante un prestito di 150 milioni di euro per un periodo di quattro anni e mezzo, ad un tasso d’interesse preferenziale dell’1,45%.
Presente ieri all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, il premier della Moldova ha sottolineato, in dichiarazioni all’inviato di Radio Romania a Strasburgo, l’importanza dell’appoggio concesso da Bucarest alle autorità di Chisinau. Il sostegno della Romania è molto importante per noi, e mi avvalgo anche di questa opportunità per esprimere la piena gratitudine ai nostri amici di Bucarest. Avvertiamo questo appoggio non solo qui, al Consiglio d’Europa, ma lo sentiamo ogni giorno. Quando la Moldova ha attraversato i più difficili momenti, faccio riferimento proprio allo scorso anno, quando i finanziamenti non erano sbloccati, è stata la Romania ad averci offerto il primo prestito necessario al ripristino della normalità a Chisinau. Per non parlare poi di tanti altri aiuti concessi dalla Romania alla Moldova: ad esempio la modernizzazione e la costruzione di centinaia di asili d’infanzia, o gli scuolabus. Però, credo che la cosa più importante per noi sia l’appoggio costante offerto dalla Romania al nostro percorso europeo, ha dichiarato Pavel Filip.
D’altronde, questo sostegno è una costante della politica di Bucarest. Creata su una parte dei territori romeni orientali annessi nel 1940 dall’URSS, in seguito ad un ultimatum, la Moldova ha proclamato l’indipendenza il 27 agosto 1991, con lo smembramento dell’impero sovietico. La Romania è stata il primo Paese del mondo ad aver riconosciuto, nello stesso giorno, la statalità del nuovo vicino. Da allora, a prescindere dal colore politico dei suoi governi, è stata il più forte sostenitore dell’indipendenza, dell’integrità territoriale e dell’integrazione europea della Moldova. (traduzione di Iuliana Anghel)