La Romania – contro un’Europa a più velocità
La Romania non vuole un’Europa a più velocità, perché simili formule di riconfigurazione dell’UE potrebbero portare alla disintegrazione del progetto europeo — ha sostenuto, mercoledì, a Bucarest, il presidente Klaus Iohannis, nell’ambito di un incontro con il premier maltese, Joseph Muscatta, il cui Paese detiene la presidenza semestrale dell’Unione. Iohannis ha ribadito la posizione di Bucarest il giorno in cui il presidente della CE, Jean-Claude Juncker, ha presentato, a Bruxelles, nella plenaria del Parlamento Europeo, il Libro Bianco sul futuro dell’UE, dopo l’uscita della Gran Bretagna dal blocco comunitario.
România Internațional, 02.03.2017, 14:34
La Romania non vuole un’Europa a più velocità, perché simili formule di riconfigurazione dell’UE potrebbero portare alla disintegrazione del progetto europeo — ha sostenuto, mercoledì, a Bucarest, il presidente Klaus Iohannis, nell’ambito di un incontro con il premier maltese, Joseph Muscatta, il cui Paese detiene la presidenza semestrale dell’Unione. Iohannis ha ribadito la posizione di Bucarest il giorno in cui il presidente della CE, Jean-Claude Juncker, ha presentato, a Bruxelles, nella plenaria del Parlamento Europeo, il Libro Bianco sul futuro dell’UE, dopo l’uscita della Gran Bretagna dal blocco comunitario.
Il documento, in cui sono dettagliati cinque possibili scenari, analizza il modo in cui l’Europa cambierà nei prossimi dieci anni, dall’impatto delle nuove tecnologie sulla società e sui posti di lavoro, ai dubbi suscitati dalla globalizzazione, alle preoccupazioni per la sicurezza e all’aumento del populismo. Uno degli scenari possibili è quello in cui continua l’implementazione dell’attuale agenda di riforma, nello spirito della dichiarazione di Bratislava del 2016. Un secondo presuppone che l’Europa punti solo sul mercato unico, e ciò significherebbe che gli stati membri non si occupino più insieme di questioni come la migrazione, la sicurezza, la difesa. Il terzo scenario presenta un’Europa a due velocità, cioè i Paesi che vogliono e possono lavorare insieme in certi settori, mentre gli altri vi si possono affiancare più tardi. Il modello Schengen è, in tal caso, un buon esempio. Il quarto scenario propone un’Europa che punti su alcuni settori importanti: la sicurezza, la lotta al terrorismo, le telecomunicazioni e l’ottenimento di risultati rapidi. Un ultimo scenario, intitolato “molto di più insieme”, mira ad aumentare l’integrazione europea.
Il Libro Bianco ha provocato subito reazioni veementi da parte degli eurodeputati. La variante di un’Europa a più velocità è stata criticata dall’eurodeputato romeno socialdemocratico Victor Boştinaru: “Noi siamo contro l’idea di un’Europa a due o a più velocità, che è un’idea pericolosa, e il momento scelto per presentarla è il più inadeguato possibile. Questa proposta non può che generare nuove divisioni, preoccupazioni, frustrazioni e umiliazione, anche nelle società profondamente convinte dell’importanza del progetto europeo e disposte a cooperare in maniera leale e in tutti i modi per il consolidamento dell’UE, com’è anche il caso del mio Paese “.
Dal canto suo, il commissario europeo agli affari economici, Pierre Moscovici, attira l’attenzione che nel Libro Bianco è menzionata anche l’opzione dello scioglimento del blocco comunitario, che deve essere esaminata come tutte le altre. Il documento sarà consegnato ai leader europei al vertice di Roma, il 25 marzo, quando saranno festeggiati i 60 anni dalla fondazione dell’Unione Europea. Il Libro Bianco segna l’inizio di un processo tramite cui i 27 stati che resteranno nell’UE decideranno sul futuro dell’Unione. (tr. G.P.)