Bilancio e impegni dell’esercito romeno
Il 2016 è stato un anno di transizione per l’Esercito romeno, sia dal punto di vista dell’implementazione delle decisioni prese dalla NATO, alle riunioni nel Galles e in Polonia, sia dal punto di vista del budget, arrivato quest’anno al 2% del PIL. Il Ministero della Difesa romeno ha presentato martedì il bilancio della sua attività dell’anno scorso, evento cui hanno partecipato anche il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, il premier Sorin Grindeanu, e il presidente della Camera dei Deputati, Liviu Dragnea.
Mihai Pelin, 01.03.2017, 14:49
Il 2016 è stato un anno di transizione per l’Esercito romeno, sia dal punto di vista dell’implementazione delle decisioni prese dalla NATO, alle riunioni nel Galles e in Polonia, sia dal punto di vista del budget, arrivato quest’anno al 2% del PIL. Il Ministero della Difesa romeno ha presentato martedì il bilancio della sua attività dell’anno scorso, evento cui hanno partecipato anche il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, il premier Sorin Grindeanu, e il presidente della Camera dei Deputati, Liviu Dragnea.
Stando al ministro della Difesa, Gabriel Leş, la Romania è preparata a far fronte alle sfide di sicurezza, incluse le minacce al confine orientale o gli attacchi cibernetici. Egli ha dichiarato che l’Esercito romeno deve mantenere un livello elevato di reazione per la difesa nazionale.
Dal canto suo, Klaus Iohannis ha affermato che il Partenariato Strategico con gli USA e il consolidamento dello statuto all’interno dell’Alleanza Nord-Atlantica restano le priorità dell’Esercito. I militari romeni meritano pienamente di essere apprezzati, ha sottolineato il capo dello stato. Klaus Iohannis: “L’esercito è una istituzione di base dello stato romeno, di cui i cittadini del nostro Paese si fidano e ne sono orgogliosi. Questo apprezzamento è dovuto alla professionalità dei militari e dei civili che portano a compimento le loro missioni con patriottismo e impegno.” Il presidente ha sottolineato l’importanza dell’Esercito in un contesto internazionale complesso, con evoluzioni geopolitiche, ma anche di sicurezza che hanno reso più complicato l’ambiente internazionale negli ultimi anni: il lungo conflitto nell’est dell’Ucraina, la guerra in Siria, il terrorismo fondamentalista islamico e la crisi dei migranti, generata dall’instabilità nel Medio Oriente.
Anche il premier Sorin Grindeanu ha chiesto che nei programmi di dotazione dell’esercito sia coinvolta l’industria nazionale della difesa, nel contesto in cui l’esecutivo è deciso a mantenere il tasso di finanziamento dell’esercito al livello degli impegni presi dal nostro Paese. Sorin Grindeanu: “Il budget della difesa prevede, secondo gli impegni assunti, lo stanziamento del 2% del PIL. L’intento è di mantenere lo stesso livello nel periodo 2018 – 2020. Questo budget garantisce una base solida per l’acceleramento della modernizzazione dell’Esercito romeno.” Inoltre, il premier ha ribadito l’impegno “fermo” dell’Esecutivo da lui condotto nell’attuazione degli obiettivi della politica di difesa e nel successo della modernizzazione e del consolidamento dell’Esercito.
I militari romeni sono un modello di fermezza, prontezza e professionalità, ha affermato anche il presidente della Camera dei Deputati, Liviu Dragnea. Il leader del PSD ha aggiunto che il 2% del PIL stanziato a cominciare dal 2017 alla difesa è il minimo da rispettare nei prossimi 10 anni da parte della Romania. (tr. G.P.)