Verso un’Europa a due velocità?
L’informazione desta preoccupazione nell’Est: Bruxelles prenderebbe in considerazione un’Unione Europea a due velocità oppure, con parole meno spregiative, un’Europa differenziata. In altre parole, ci sarebbe la possibilità che una parte degli stati membri si sviluppassero insieme più rapidamente, senza che gli altri Paesi membri siano costretti a seguire lo stesso ritmo.
Roxana Vasile, 01.03.2017, 14:11
Come per dimostrare che le cose stanno proprio così, di recente, il presidente della Francia, François Hollande, ha annunciato che, il 6 marzo, lui e i leader di Germania, Italia e Spagna si riuniranno a Versailles, per discutere delle riforme necessarie nell’Unione. Citato da Euractiv.com, il leader francese ha sentito il bisogno di precisare che: “non è che decidiamo noi quattro come deve essere l’Europa. Siamo, tuttavia, quattro Paesi importanti e spetta a noi decidere cosa vogliamo fare assieme agli altri Paesi”.
Però un’Europa a più velocità esiste già! Secondo una nota editorialista del quotidiano Adevărul / La Verità di Bucarest, per via delle circostanze, il blocco comunitario è formato da Paesi di prima, di seconda e di terza mano — alcuni appartenenti all’eurozona, altre fuori dall’eurozona, alcune appartenenti all’Area Schengen, altre non-Schengen ecc. La Romania — dice la giornalista — fa parte dell’ultima categoria, con la menzione che, a differenza dei Paesi confinanti dell’est, non ha fatto sforzi per ottenere un posto in prima fila, pensando che l’appartenenza all’UE e alla NATO possa sostituire un programma di politica estera e di diplomazia.
Sullo sfondo della presentazione, mercoledì, da parte del presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, della sua opinione sull’Europa post-Brexit, l’eurodeputato socialdemocratico Victor Boştinaru, ha chiesto al presidente Klaus Iohannis di organizzare un dibattito con i rappresentanti della Romania nel Parlamento Europeo, ma anche nel Parlamento nazionale sul tema del concetto di un’Europa a due velocità, che renderebbe ancora più profondi i divari fra i Paesi del cosiddetto “nucleo forte” e gli altri stati europei. Anche se il presidente Iohannis ha attributi costituzionali, non è normale che lui vada a Bruxelles e decidere da solo — ha attirato l’attenzione anche l’eurodeputata ALDE Renate Weber.
La liberale Adina Vălean afferma che un’Europa a più velocità creerebbe dissensioni all’interno di un’Unione che, anzi, dovrebbe essere più unita e più coerente di fronte alle minacce e alle sfide del mondo in cui viviamo. Dal canto suo, l’indipendente Monica Macovei è del parere che, sì, l’UE deve riformarsi; che, sì, c’è bisogno di maggiore trasparenza; che, sì, il denaro deve essere speso con cautela; ma che l’Unione non può, in alcun modo, avere due velocità.
Lo scorso autunno, a Bucarest è stata creata una commissione presidenziale incaricata a elaborare un progetto-Paese. Il capo dello stato aveva annunciato allora che il programma sarebbe stato portato a compimento entro circa un anno. Gli amici e i nemici saranno comprensivi e aspetteranno che sia ultimato! — conclude la stessa editorialista del quotidiano Adevărul. (tr. G.P.)