Rapporto-Paese della Commissione Europea sulla Romania
Bogdan Matei, 23.02.2017, 15:35
La stabilità finanziaria è
migliorata nel 2016, il sistema bancario è ben capitalizzato, e le liquidità
restano ad un livelo confortevole. Il rapporto dell’Esecutivo comunitario
mostra che, negli ultimi due anni, la Romania ha registrato una crescita
economica sostenuta, che ha toccato una punta del 4,9% nel 2016. I cali significativi
delle tasse hanno determinato però la crescita, l’anno scorso, del deficit di
bilancio al 2,8% del Pil, e si stima che questo supererà il 3,6% nel 2017 e il
3,9% nel 2018. Il mercato del lavoro si è consolidato, i salari sono cresciuti
e la disoccupazione è calata. Il tasso di povertà, uno dei maggiori nell’Ue, è
in calo, e le disuguaglianze sociali persistono, soprattutto per i giovani, le
famiglie con molti figli, le persone con disabilità, la popolazione rrom o
quella delle zone rurali. Per quanto riguarda la salute, sono state lanciate
misure di riforma nel 2016, ma il sistema soffre di inefficienza e corruzione,
e le persone hanno accesso limitato all’assistenza sanitaria, soprattutto nei
villaggi. Nel settore dell’istruzione, il rapporto sottolinea misure
insufficienti per la prevenzione dell’abbandono scolastico e un accesso ridotto
all’insegnamento superiore per i giovani delle zone rurali. Anche le riforme
nell’amministrazione pubblica sono state accelerate nel 2016, ma anche queste
sono ritenute ancora insufficienti dagli esperti.
La corruzione, si afferma ancora
nel rapporto, persiste in tutti i settori e resta un ostacolo per gli affari.
Sebbene, negli ultimi anni, abbia fatto sforzi per combattere questo flagello,
la Romania mette, ora, in pericolo tutti i progressi fatti in questo campo -
ammonisce Bruxelles, facendo l’esempio dei decreti-legge con cui, appena
insediato, il Governo PSD-ALDE ha tentato, di recente, di modificare i codici
penali, percepito come un tentativo di esonerare dalla responsabilità penale
politici influenti ed esponenti importanti dell’amministrazione centrale e
locale. La misura è stata, in fine dei conti, abbandonata, ma solo dopo i
moniti dei partner occidentali, dopo le ciritiche dell’Opposizione e della
stampa, e soprattutto, dopo le veementi proteste di centinaia di migliaia di
romeni scesi in piazza, sia nella capitale Bucarest, che nelle altre città
romene e all’estero. (traduzione di Adina Vasile)