Sospensione al vertice nell’Intelligence romena
Il primo-vicedirettore dell’intelligence romena, il generale Florian Coldea, è stato sospeso praticamente dall’incarico ed è oggetto di un’indagine interna. Citato da tutti i mass-media, il comunicato del Servizio, precisa che, “in seguito alle informazioni apparse nello spazio pubblico relative al tenente generale Florian Coldea e che sono state sottoposte a verifiche preliminari, il direttore del SRI, Eduard Helvig, ha disposto, secondo le procedure, la creazione di una commissione speciale di verifica delle eventuali trasgressioni della legge o della deontologia professionale. In tal senso, fino all’ultimazione delle verifiche, il generale Florian Coldea è messo a disposizione, secondo i provvedimenti legali, e gli attributi del suo incarico di primo vicedirettore del SRI saranno assunti dal direttore, Eduard Helvig”.
Bogdan Matei, 13.01.2017, 14:26
Il primo-vicedirettore dell’intelligence romena, il generale Florian Coldea, è stato sospeso praticamente dall’incarico ed è oggetto di un’indagine interna. Citato da tutti i mass-media, il comunicato del Servizio, precisa che, “in seguito alle informazioni apparse nello spazio pubblico relative al tenente generale Florian Coldea e che sono state sottoposte a verifiche preliminari, il direttore del SRI, Eduard Helvig, ha disposto, secondo le procedure, la creazione di una commissione speciale di verifica delle eventuali trasgressioni della legge o della deontologia professionale. In tal senso, fino all’ultimazione delle verifiche, il generale Florian Coldea è messo a disposizione, secondo i provvedimenti legali, e gli attributi del suo incarico di primo vicedirettore del SRI saranno assunti dal direttore, Eduard Helvig”.
I commentatori affermano che le informazioni apparse nello spazio pubblico” si riferiscono, soprattutto, alla serie di accuse lanciate nei confronti di Coldea dall’ex deputato Sebastian Ghiţă. In una videoregistrazione, trasmessa dall’emittente televisiva che lui controlla, Ghiţă sostiene di essere stato in vacanza, assieme al vicecapo del SRI e a sua moglie, nelle isole Seychelles. Persona controversa, ex deputato socialdemocratico, migrato ulteriormente in un partito marginale, euroscettico, che non è più riuscito ad entrare nel Parlamento, Ghiţă è scomparso senza traccia alla fine dell’anno scorso, e a suo nome è stato rilasciato un mandato d’arresto in assenza per atti di corruzione.
Con una credibilità precaria, Ghiţă vuole sembrare però un giustiziere. Egli afferma di fare queste testimonianze sulle persone al vertice dell’Intelligence e della Direzione Nazionale Anticorruzione perché, secondo lui, in Romania le cose si stanno evolvendo verso una specie di terrore al quale nessuno potrà più resistere. Terrore, dittatura, stato poliziesco, repubblica dei procuratori — questi sono, d’altronde, i sintagmi prediletti dei politici accusati di corruzione, per i quali Coldea e il capo della DNA, Laura Codruţa Kovesi, sono le più detestate e detestabili persone pubbliche.
Apparentemente intangibile per un lungo periodo, Coldea sembra ora estremamente vulnerabile e girano voci secondo cui rischia di concludere a soli 45 anni la sua brillante carriera di ufficiale di informazioni. Coldea è diventato famoso nel 2005, quando ha coordinato la liberazione di tre giornalisti romeni rapiti in Iraq e l’allora presidente, Traian Băsescu, lo ha nominato primo-vicedirettore, il che vuol dire, infatti, il numero uno a livello operativo. Coldea ha resistito in questo incarico per oltre un decennio, durante i mandati di tre direttori civili — Radu Timofte, George Maior e Eduard Hellvig — ed è rimasto l’uomo forte del Servizio anche dopo che a Băsescu è subentrato Klaus Iohannis nella carica di presidente del Paese.
Stando ai commentatori, Coldea è diventato ora vittima della propria creazione. Perché sarebbe stato lui a “inventare” Ghiţă, il quale, con il sostegno dell’intelligence, sarebbe diventato da un semplice tecnico informatico, milionario in euro, “abbonato” ai contratti con lo stato, politico influente e, come deputato, membro nella commissione parlamentare di controllo dell’attività del SRI. (tr. G.P.)