Il canone radio-tv, più vicino all’abrogazione
Corina Cristea, 28.12.2016, 16:34
Il nuovo Parlamento di Bucarest
ha bocciato la richiesta formulata dal presidente Klaus Iohannis di riesame
della legge sull’abrogazione di 102 tasse non fiscali, tra cui il canone
radio-tv. Dichiarata costituzionale dal Tribunale supremo, le legge era stata
inviata al riesame del Parlamento dal capo dello stato, stando al quale, una
decisione sulle fonti di finanziamento della Televisione e della Radio pubblica
dovrebbe essere presa solo nell’ambito di un approccio più ampio, che riguardi
una riforma autentica del loro modo di funzionamento, il dibattito non
potendosi limitare alla semplice domanda se sia o meno necessario un canone
atto a sostenere i servizi pubblici di radio e televisione.
I problemi con cui si
confrontano la Televisione e la Radio pubblica sono vecchi e sistemici e si
devono, principalmente, al quadro legislativo in base al quale funzionano, ha
affermato Iohannis. Ai suoi argomenti si sono opposti però i parlamentari del
PSD, dell’ALDE e dell’UDMR, che hanno la maggioranza nel nuovo Parlamento e che
li hanno ritenuti infondati. Cosi’ che la legge sulle 102 tasse non fiscali è
passata, nuovamente, dal Parlamento, nella variante iniziale, con un unico
emendamento – entrerà in vigore nel primo giorno del mese successivo a quello
in cui sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Ossia, il più probabile il 1
febbario del 2017, perchè il presidente non può adesso che promulgare la legge,
in al massimo 10 giorni. A breve tempo dal voto, il promotore della legge, il
leader socialdemocratico Liviu Dragnea, han dichiarato dalla tribuna del
Parlamento che è un atto normativo che rende migliore la vita dei romeni. In
precedenza, il leader dei senatori socialdemocratici, Serban Nicolae, ha dato
assicurazioni che esistono le risorse necessarie affinchè le due istituzioni
pubbliche di radio e televisione funzionino con fondi dal bilancio di stato.
L’ex ministro della Cultura, il senatore dell’Unione Salvate Romania, Vlad
Alexandrescu, ha attirato, d’altra parte, l’attenzione che l’abrogazione del
canone radio-tv intaccherebbe l’autonomia della radio e della tv pubblica. In
più, ha detto egli, viene leso il diritto del cittadino di essere informato, e
nel contesto in cui la policitizzazione dei due servizi pubblici già si trova
a quote allarmanti, la creazione di un quadro legale di dipendenza finanziaria
dal Governo rischia di portare all’ubbidienza totale nei confronti del Potere,
a prescindere dal suo orientamento politico.
Passata rapidamente dal Parlamento durante la campagna elettorale, la
detta legge ha destato contoversie e accesi dibattiti sulla scena pubblica. I
suoi sostenitori – organizzazioni ed esperti media – affermano che
l’abrogazione del canone e il finanziamento esclusivo della radio e della tv
pubblica dal bilancio di stato creerebbero le premesse per il loro
sobordinamento politico. (traduzione di Adina Vasile)