La Romania, partner strategico per la Moldova
Bogdan Matei, 23.11.2016, 15:37
Per il
leader socialista filorusso della Moldova, Igor Dodon, la lucidità sembra
sostituire, gradualmente, l’euforia iniziale. Dopo la vittoria nel secondo
turno delle presidenziali, del 13 novembre scorso, la gioia del trionfo sembra
svanire e il presidente eletto comincia a mettere in secondo piano le grandi
promesse fatte durante la campagna elettorale.
In
un’intervista all’agenzia russa Interfax, citata dai corrispondenti di Radio
Romania a Chişinău, egli dice ora che la Moldova non può permettersi di
cancellare l’accordo di associazione con l’UE, sebbene in precedenza avesse
promesso ai suoi sostenitori di denunciare le intese con Bruxelles, per
agevolare l’integrazione nell’Unione Economica Eurasiatica,
Russia-Bielorussia-Kazakhistan. Consapevole che la metà dell’elettorato che ha
votato a favore della sua sfidante, la riformatrice pro-europea Maia Sandu, non
sopporterebbe un capovolgimento brutale della direzione di politica estera,
Dodon afferma che la repubblica non ha bisogno di un Maidan ucraino
– accennando alle manifestazioni di ampia portata che, all’inizio del 2014,
hanno portato al crollo del regime pro-Mosca di Kiev e all’insediamento di
un’amministrazione pro-occidentale. Egli pretende tuttavia che l’UE sostituisca
il regime di libero commercio, previsto nell’accordo di associazione, con uno
di commercio asimmetrico, che permetterebbe alla Moldova di esportare merci sul
mercato comunitario senza pagare tasse doganali.
Una
persona, che sia anche il presidente, non può influire in maniera fondamentale
sui rapporti fra la Romania e la Moldova – ha affermato, martedì, a Iaşi, il capo dello stato
romeno, Klaus Iohannis. La Romania, che è il più costante ed energico
sostenitore del percorso europeo dello stato confinante, resterà un partner
strategico e molto dinamico per la Moldova – ha promesso Iohannis: Io
desidero che la Romania appoggi la Moldova a livello istituzionale. Abbiamo dei
rapporti storici, rapporti economici, culturali e credo che ci siano ancora le
premesse per una buona collaborazione tra le istituzioni della Romania e quelle
della Moldova e che ci siano tutte le chance che l’economia moldava si sviluppi
e i cittadini moldavi avvertano veramente ciò che significa l’avvicinamento
all’Europa.
Anche
gli esperti sono del parere che non sarà facile per il neo presidente moldovo
portare a compimento gli impegni di politica estera del programma elettorale.
Il professor Iulian Chifu, il capo del Centro per la Prevenzione dei Conflitti
Early Warning, già consigliere presidenziale a Bucarest, segnala che, da una
parte la Costituzione non offre molte prerogative a Dodon e che, d’altra parte,
sia il Governo di coalizione presieduto da Pavel Filip, che la maggioranza dei
deputati del Parlamento eletto due anni fa, sono, almeno a livello
dichiarativo, sostenitori della via europea e non nostalgici del periodo
sovietico. (traduzione di Gabriela Petre)