La Romania, la Moldova e l’integrazione europea
La recente vittoria alle presidenziali in Moldova del socialista filorusso Igor Dodon che ha sconfitto Maia Sandu, una pro-europea convinta, rischia di cancellare tutti i passi, anche se timidi, che la repubblica ex-sovietica ha fatto negli ultimi anni sulla strada europea. Perché Dodon ha dichiarato, esplicitamente, che desidera un ridimensionamento della politica estera, tramite cui la Moldova rientri sotto la tutela della Russia, come nel periodo 2001 — 2009, in cui al governo erano i comunisti.
Florentin Căpitănescu, 18.11.2016, 15:17
La recente vittoria alle presidenziali in Moldova del socialista filorusso Igor Dodon che ha sconfitto Maia Sandu, una pro-europea convinta, rischia di cancellare tutti i passi, anche se timidi, che la repubblica ex-sovietica ha fatto negli ultimi anni sulla strada europea. Perché Dodon ha dichiarato, esplicitamente, che desidera un ridimensionamento della politica estera, tramite cui la Moldova rientri sotto la tutela della Russia, come nel periodo 2001 — 2009, in cui al governo erano i comunisti.
Nonostante ciò, per la Romania confinante, diventata portavoce delle aspirazioni europee di Chişinău, una costante fornitrice di perizia in vari settori e uno sponsor per la moribonda economia moldava, il cambiamento annunciato da Dodon non altera i suoi piani. Lo ha lasciato capire il capo dello stato, Klaus Iohannis, in occasione della partecipazione, a Cluj (nord-ovest della Romania), al dibattito “L’Unione Europea tra disintegrazione e riforma. Il contributo della Romania al consolidamento della costruzione europea“.
Klaus Iohannis, sui rapporti speciali della Romania con la Moldova: “Questa relazione speciale però, nel XXI-esimo secolo, deve avere anche una base solida. Questa base solida, a mio avviso, e lo stesso parere è condiviso da tutti i membri del Consiglio Supremo di Difesa, deve avere un fondamento istituzionale. La Romania deve e vuole offrire sostegno alla Moldova. Ciò significa che dobbiamo appoggiare le istituzioni della Moldova a diventare più performanti, più forti, più rappresentative e a lavorare in modo trasparente”.
Il contributo della Romania agli investimenti nell’economia moldava e il sostegno al tentativo di Chişinău di liberarsi dalla dipendenza dal gas russo restano anch’essi degli impegni fermi: “La Romania deve impegnarsi nell’economia della Moldova, ma non nel senso di dirigere qualcosa, bensì mandando investimenti in Moldova, realizzando, ad esempio, connessioni energetiche con la Moldova per alleggerire almeno un po’ la dipendenza dall’unico fornitore che ha adesso”.
Nel nuovo contesto politico interno, per la Moldova si annunciano tempi difficili in cui i grandi problemi rischiano di acutizzarsi. Tra questi, la povertà, d’altronde la Moldova è, secondo le statistiche, il più povero stato europeo, il labile sistema bancario, dal quale è scomparso un miliardo di dollari, oppure la fragile giustizia, incapace di tenere sotto controllo la corruzione, soprattutto quella al vertice. (tr. G.P.)