Il fascicolo della Rivoluzione del 1989 – indagine penale estesa
Corina Cristea, 03.11.2016, 16:56
A quasi 27 anni dal crollo del
regime di Ceausescu, la Procura Militare romena ha esteso l’indagine penale in
rem nel fascicolo della Rivoluzione per reati contro l’umanità anche ai fatti
avvenuti dopo il 22 dicembre del 1989. Gli incidenti armati avvenuti in quei
giorni in un gran numero di località indicano che si è agito secondo un piano
prestabilito, volto alla presa del potere da parte dei nuovi leader e alla loro
legittimazione – si mostra nel comunicato della Procura, presentato dal
procuratore Marian Lazar.
Dal fascicolo risulta che, per
mantenere il potere, tramite le azioni intraprese e le misure disposte, la
nuova leadership politica e militare instaurata dopo il 22 dicembre del 1989 ha
determinato l’uccisione, il ferimento attraverso il fucilamento, la lesione
dell’integrità fisica e psichica, la privazione di libertà di un gran numero di
persone, fatti tipici del reato di crimine contro l’umanità, ha affermato
Marian Lazar.
I fatti indicano l’esistenza di
un piano secondo il quale si è agito. Questo avrebbe perseguito la creazione di
uno stato di confusione nelle forze armate, tramite la divisione della
direzione del Ministero della Difesa Nazionale e la diffusione di nuovi ordini,
rapporti e informazioni false, l’esortazione alla popolazione di scendere in
piazza e la sua dotazione di armi, e la creazione dell’apparenza di una guerra
civile in cui si confrontano unità armate appartenenti al Ministero della
Difesa e al Ministero dell’Interno o allo stesso ministero, al fine della presa
del potere e della legittimazione dei nuovi leader. Nella realizzazione di
questo piano si è ricorso alla Televisione Romena che ha trasmesso comunicati
allarmistici e a volte falsi e all’interruzione dei collegamenti telefonici.
Sono stati inoltre insediati alla guida dei ministeri della Difesa e
dell’Interno ex quadri militari leali ai nuovi leader politico-militari,
generando una guerra psicologica e mediatica che ha provocato numerose vittime,
si legge in un comunicato.
Stando ad un documento della Procura Militare presso l’Alta Corte di
Cassazione e Giustizia, oltre 1.200 persone sono morte durante gli avvenimenti
del dicembre 1989, di cui 800 dopo il 22 dicembre, ossia dopo il crollo del
regime comunista. Sono stati oltre 5000 i feriti ed altre alcune migliaia di
persone sono state private illegalmente di libertà e sottoposte a cattivi trattamenti.
La riapertura del fascicolo della Rivoluzione – che ha portato condanne dopo
condanne nei confronti della Romania alla Corte Europea per i Diritti Umani -
avviene a qualche mese dopo che il procuratore generale interinale, Bogdan
Liciu, ha chiesto la riapertura dell’inagine. Stando a Bogdan Liciu, la
soluzione di archiviazione del fascicolo, ad ottobre 2015, è stata infondata e
illegale, e l’inquadramento giuridico ei reati è stato fatto in modo sbagliato. (traduzione di Adina Vasile)