L’audiovisivo pubblico, finanziato dallo stato?
La Camera dei Deputati di Bucarest, istituzione decisionale in questo caso, ha adottato martedì la proposta legislativa del Partito Socialdemocratico di cancellare oltre 100 tasse non fiscali, tra cui anche quella per la radio e la televisione, che garantiva gran parte del finanziamento delle emittenti pubbliche. Lunedì, i socialdemocratici avevano annunciato di rinunciare all’eliminazione di questa tassa, sullo sfondo delle critiche della classe politica, della società civile e dei rappresentanti di alcune istituzioni pubbliche di informazione di massa, che hanno considerato che la sua assenza intaccherebbe significativamente sull’autonomia e l’indipendenza della Radio e della Televisione pubbliche.
România Internațional, 26.10.2016, 15:34
Il Consiglio di Amministrazione della Società Romena di Radiodiffusione afferma che la cancellazione per legge della tassa radio-tv danneggia gravemente l’indipendenza e l’equidistanza dei servizi pubblici di radio e televisione.
Anche varie organizzazioni dei mass-media criticano la cancellazione della tassa, considerando che la misura altera profondamente la missione dei servizi pubblici di radio e televisione e crea un rapporto di dipendenza eccessiva dal fattore politico.
In replica, il presidente del PSD, Liviu Dragnea, ha sostenuto che l’eliminazione della tassa radio-tv non presuppone la subordinazione politica delle due istituzioni pubbliche ed ha proposto che siano stabiliti gli stanziamenti dal budget dello stato.
Liviu Dragnea: “Per l’anno prossimo, tramite la legge della finanziaria nel parlamento approviamo una tariffa di 21 lei per ciascun cittadino romeno per la Radio, cioè un budget di 420 milioni di lei, mentre per la Televisione proponiamo lo stanziamento di 34 lei a nome di ciascun cittadino romeno, cioè un totale di 680 milioni di lei.”
I liberali, i principali avversari politici dei socialdemocratici, hanno spiegato perché hanno votato il progetto. La deputata Andreea Paul: “Il Partito Nazionale Liberale ha votato a favore di questo disegno di legge perché, nel suo insieme, il progetto è buono. Ci sono però due grandi rischi. Si tratta dell’eliminazione della tassa radio-tv, un enorme sbaglio, perché amputerà la libertà e l’autonomia della Radio e della Televisione pubbliche, le quali non si possono comprare questa libertà ricorrendo al budget dello stato. D’altra parte, lo stesso PSD ci propone dall’anno prossimo la sostituzione con altre tasse e tariffe parafiscali, il che vuol dire che il PSD è interessato all’eliminazione di queste tasse solo per la durata della campagna elettorale.”
Il Governo afferma che gli iniziatori della legge non hanno indicato la fonte di finanziamento per coprire l’impatto sul bilancio risultato dalla cancellazione di queste tasse. Stando alla Ministra delle finanze, Anca Dragu, l’impatto sul bilancio dopo l’eliminazione della tassa radio-tv sarebbe di circa 600 milioni di lei all’anno (140 milioni di euro). Dragu attira l’attenzione che per il finanziamento integrale, dal budget dello stato, della Radio e della Televisione pubbliche bisogna modificare la Legge sull’organizzazione e il funzionamento delle due istituzioni, che è una legge organica.
Anca Dragu: “Nell’attuale quadro legale, possono essere coperte dal budget dello stato solo alcune spese per la Radio e la Televisione. Di conseguenza, non possiamo farci carico di tutte le spese. Proprio per questo, le tasse sono necessarie e sono parte del quadro legale di funzionamento della Radio e della Televisione”.
Il premier Dacian Cioloş ha attirato l’attenzione che dopo l’adozione di questa legge sarà necessario aumentare altre tasse e imposte per compensare le spese dal budget dello stato. (tr. G.P.)