Controversie sulla conversione dei crediti in franchi svizzeri
Molti romeni che hanno deciso di prendere crediti in franchi svizzeri si sono svegliati d’un tratto, a gennaio 2015, con le rate raddoppiate, esclusivamente a causa delle fluttuazioni del tasso di cambio.
Roxana Vasile, 19.10.2016, 14:26
Molti romeni che hanno deciso di prendere crediti in franchi svizzeri si sono svegliati d’un tratto, a gennaio 2015, con le rate raddoppiate, esclusivamente a causa delle fluttuazioni del tasso di cambio.
Attualmente un franco vale 4,15 lei, mentre il suo valore era di 2 – 2,5 lei nel periodo 2007-2008, quando è stata concessa la maggior parte dei mutui in questa valuta. Martedì, la Camera dei Deputati — istituzione decisionale — ha adottato all’unanimità la legge sulla conversione in moneta nazionale dei crediti in franchi svizzeri, al tasso di cambio esistente al momento della firma dei contratti di prestito. Inizialmente, si è voluto che il disegno di legge avesse un impatto sociale, essendo volto ad aiutare le persone con redditi bassi, che non riescono più a far fronte alle rate che devono pagare in banca. Però, dalla legge sono stati eliminati i provvedimenti relativi al grado di indebitamento del 50% e alla soglia di 250.000 franchi svizzeri presi in prestito. Perciò, possono beneficiare dell’attuale atto normativo anche coloro che hanno preso prestiti più alti e che non hanno problemi a pagare le rate.
Il leader del Partito Socialdemocratico, Liviu Dragnea, ha sottolineato che la decisione della Camera dei Deputati viene a rimediare un’ingiustizia e che le banche dovrebbero ripensare i loro rapporti con i clienti: “Non siamo disposti a restare indifferenti all’atteggiamento di tipo «profitto ad ogni costo». Credo che ci debba essere un equilibrio nell’assunzione di rischi tra la banca e il cliente.”
Il deputato liberale, Daniel Zamfir, ha precisato, dal canto suo, che la legge non è una misura di tutela sociale, ma ha il ruolo di fare giustizia: “Questa legge, da una parte, ripara l’ingiustizia fatta a queste persone, ma ha anche un effetto di sanzione nei confronti di quelle banche che si sono permesse di concedere in un modo del tutto irresponsabile questo tipo di crediti.”
La legge deve ancora essere promulgata dal presidente Klaus Iohannis, il quale ha dichiarato che prima la analizzerà con esperti in questo settore: “Con la mia equipe, la analizzeremo, chiederemo anche l’opinione delle altre parti coinvolte, parliamo della conversione dei franchi per cui, sicuramente, chiederò un’opinione anche al settore bancario e, quando avremo un’analisi completa, corretta, esprimerò considerazioni in merito.”
La Banca Centrale della Romania è del parere che la legge votata martedì dai deputati è discriminatoria perché è favorevole solo ai circa 50.000 romeni con crediti in franchi. L’atto normativo potrebbe creare un precedente pericoloso, perché, ad esempio, i romeni con crediti in euro, molto più numerosi, potrebbero chiedere anche loro di beneficiare degli stessi diritti, il che creerebbe dei grossi problemi per il sistema bancario.
Secondo la Banca Centrale, una conversione dei mutui in franchi in lei porterebbe due banche sotto il livello minimo di solvibilità, mentre altre sei arriverebbero sotto il livello prudenziale. Inoltre, il governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu, parla di correnti populiste le cui soluzioni possono destare euforia tra i beneficiari a breve termine, ma avranno costi economici significativi per la società a medio e lungo termine. Il principale rischio, nell’opinione di Mugur Isărescu, è la disciplina contrattuale che, tramiti leggi simili, potrebbe diventare irrilevante. (tr. G.P.)