Lo statuto degli eletti e la lotta alla corruzione
Via in Romania alle candidature per le elezioni locali del 5 giugno, operazione che si concluderà il 26 aprile. 126 partiti, alleanze e unioni hanno già inoltrato allUfficio Elettorale Centrrale le denominazioni e i simboli politici con cui si candideranno, tra queste ritrovandosi sia i partiti politici tradizionali – il Partito Socialdemocratico, il Partito Nazional-liberale, lUnione Democratica Magari di Romania, lAlleanza Liberali e Democratici, lUnione Nazionale per il Progresso della Romania, il Partito Movimento Popolare, che partiti “nuovi”, come il Sebes verde, il Partito della Società di Iasi o il Partito Comunitario in Romania.
Corina Cristea, 11.04.2016, 16:35
Via in Romania alle candidature per le elezioni locali del 5 giugno, operazione che si concluderà il 26 aprile. 126 partiti, alleanze e unioni hanno già inoltrato allUfficio Elettorale Centrrale le denominazioni e i simboli politici con cui si candideranno, tra queste ritrovandosi sia i partiti politici tradizionali – il Partito Socialdemocratico, il Partito Nazional-liberale, lUnione Democratica Magari di Romania, lAlleanza Liberali e Democratici, lUnione Nazionale per il Progresso della Romania, il Partito Movimento Popolare, che partiti “nuovi”, come il Sebes verde, il Partito della Società di Iasi o il Partito Comunitario in Romania.
Il più recente sodaggio reso pubblico, realizzato da Inscop, rileva che lattuale scrutinio si terrà nel contesto in cui oltre il 90% dei romeni affermano che non voterebbero più per lincarico di sindaco una persona indagata o rinviata a giudizio per reati di corruzione, mentre l88,4% sono del parere che le pesonalità pubbliche condannate in via definitiva per corruzione non dovrebbero ricoprire mai più un incarico pubblico. Daltra parte, solo l8% degli interpellati valutano che le persone condannate per corruzione dovrebbero avere il diritto di ricoprire cariche pubbliche dopo lesecuzione della pena. I parlamentari e gli eletti locali condannati in via definitiva per corruzione dovrebbero perdere i loro mandati e il diritto di candidarsi, è del parere il procuratore capo della Direzione Nazionale Anticorruzione, Laura Codruta Kovesi. In questo senso, sarebbe benvenuto un dibattito pubblico sulla modifica della legislazione attuale, ha valutato il procuratore capo in un programma televisivo.
“Ho visto molte volte situazioni in cui persone che hanno ricoperto cariche importanti sono state condannate in via definitiva e ciononostante hanno mantenuto il loro incarico. Ci sono stati parlamentari, ad esempio, che sono stati condannati in via definitiva per corruzione e ciononstante hanno continuato ad essere parlamentari, non hanno perso lincarico, hanno continuato ad andare nel Parlamento, a votare leggi, a riscuotere il loro stipendio. Quindi, forse a livello di società dovremmo pensare se simili situazioni non possono essere risolte anche con modalità legislative, soprattutto allorquando abbiamo decisioni di condanna definitiva”, ha detto la Kovesi.
Un altro sondaggio, Sociopol, realizzato a Bucarest, rileva che i sindaci di rione coinvolti in indagini penali continuano a godere di oltre il 40% della fiducia dei cittadini. In questo contesto, Laura Codruta Kovesi ha sottolineato che le rispettive persone dovrebbero chiedersi se sia ancora morale candidarsi per simili incarichi, anche se la popolazione li voterebbe per un nuovo mandato. Tutte queste prese di posizioni avvengono nel contesto in cui alcuni sindaci indagati oppure sotto controllo giudiziario hanno lasciato intendere che si candideranno per un nuovo mandato. (traduzione di Adina Vasile)