Il presidente della Moldova alla fine del mandato
Il presidente della Moldova (repubblica ex-sovietica, a maggioranza romenofona), Nicolae Timofti conclude mercoledì il suo mandato di quattro anni.
Bogdan Matei, 22.03.2016, 15:22
Giurista, giudice nellepoca sovietica e presidente del Consiglio Supremo della Magistratura dopo la proclamazione, nel 1991, dellindipendenza di Chişinău da Mosca, il sessantenne Nicolae Timofti ha prestato il giuramento come presidente il 23 marzo 2012.
Il bilancio della sua presidenza è, secondo gli analisti, uno misto. Loro sostengono che, prendendo in considerazione il contesto interno e internazionale, il presidente abbia rispettato il suo mandato e le prerogative, evitando di provocare crisi politiche e riuscendo anche a promuovere gli interessi di Chişinău oltre confine. Dichiarate pro-occidentali, le equipe esecutive che hanno governato la Moldova durante il mandato di Timofti hanno giocato la carta dellintegrazione europea ed hanno ottenuto, nel 2014, la firma degli accordi di associazione e di libero-scambio con Bruxelles. Daltra parte, però, al di là della retorica europea, le riforme fondamentali sono stagnate e lamministrazione è stata invasa dalla corruzione. Un miliardo di dollari, pari al 15% del PIL, sono scomparsi dal sistema bancario della repubblica e lo scandalo ha screditato i partiti della coalizione governativa, ha provocato ampie proteste della società civile ed ha alimentato gli intenti di voto a favore delle formazioni pro-russe.
Eletto dai deputati, Timofti ha rappresentato una soluzione di compromesso e il suo potere è dipeso costantemente dai giochi politici dei partiti – è del parere lanalista Iulian Chifu, specialista nello spazio ex-sovietico ed ex-consigliere presidenziale a Bucarest.
“Dal mio punto di vista, è stato un presidente di centro, un presidente che ha rispettato il proprio mandato, che ha svolto un ruolo importante al momento della decisione relativa allultima formula di governo, sulla soglia delle elezioni anticipate che avrebbero potuto portare linstabilità in Moldova, dunque si è assunto un ruolo diretto. In ugual misura, credo che la sua posizione di presidente sia stata meno utilizzata dai partiti politici”, ha spiegato Iulian Chifu.
Da Chişinău, lanalista politico Anatol Ţăranu nota le azioni di Timofti nel campo della politica estera, soprattutto nella difesa degli interessi della Moldova in rapporto a Mosca e gli eccellenti rapporti con i colleghi della Romania confinante, Traian Băsescu e Klaus Iohannis.
“Timofti non ha esitato a difendere la Moldova e lo ha fatto persino di fronte al presidente Putin. Allo stesso tempo, tramite le misure di politica estera, il presidente Timofti ha sottolineato lattaccamento della Moldova ai valori europei, ma anche ai valori romeni”, ha dichiarato Ţăranu ai corrispondenti Radio Romania.
Secondo la Costituzione, Timofti continuerà a esercitare le sue prerogative fino al momento in cui il nuovo presidente presterà giuramento. Secondo la decisione del Parlamento, validata dalla Corte Costituzionale, il nuovo capo dello stato sarà eletto tramite il voto diretto di tutti i cittadini della Moldova e lo scrutinio avrà luogo questanno. (traduzione di Gabriela Petre)