Di nuovo sulla tragedia del Club Colectiv
Un altro ferito nell’incendio scoppiato nel club Colectiv è morto in un ospedale di Bucarest e il bilancio delle persone che hanno perso la vita in seguito alla tragedia ammonta adesso a 64. Il giovane di 21 anni era studente presso l’Accademia di Scienze Economiche di Bucarest ed era l’ultimo ferito rimasto ancora ricoverato in un ospedale romeno. Stando ai medici, la sua morte è avvenuta in seguito alle complicanze emorragiche apparse dopo più interventi chirurgici subiti nei circa quattro mesi da quando è stato ricoverato in ospedale.
Mihai Pelin, 15.03.2016, 17:48
Un altro ferito nell’incendio scoppiato nel club Colectiv è morto in un ospedale di Bucarest e il bilancio delle persone che hanno perso la vita in seguito alla tragedia ammonta adesso a 64. Il giovane di 21 anni era studente presso l’Accademia di Scienze Economiche di Bucarest ed era l’ultimo ferito rimasto ancora ricoverato in un ospedale romeno. Stando ai medici, la sua morte è avvenuta in seguito alle complicanze emorragiche apparse dopo più interventi chirurgici subiti nei circa quattro mesi da quando è stato ricoverato in ospedale.
Attualmente, sono ancora ricoverate in vari ospedali all’estero altre 10 persone ferite in quella notte di terrore. Tra coloro che hanno perso la vita si annoverano artisti, fotografi, giornalisti, olimpici e studenti stranieri. Il 30 ottobre 2015, un incendio è scoppiato nel club di Bucarest in cui il gruppo rock Goodbye to Gravity teneva un concerto in occasione della presentazione di un nuovo disco. Stando ai testimoni, l’incendio è scoppiato a causa dei fuochi d’artificio accesi durante il concerto, che si sono diffusi rapidamente. I giovani hanno cercato di lasciare il locale, ma a causa dell’affollamento si sono calpestati all’uscita. Chi era vicino alla porta è riuscito ad uscire in fretta dalla sala tutta fumo e fiamme ed è sopravvissuto. Chi era invece più lontano dall’uscita, non ha avuto questa chance, è stato buttato a terra e circondato dalle fiamme.
La tragedia ha avuto una forte eco internazionale che ha richiamato l’attenzione dell’emittente Discovery, la quale ha trasmesso domenica il documentario “Il disastro di Colectiv”. Il documentario ha presentato in ordine cronologico i fatti avvenuti, così come sono stati raccontati dalle persone direttamente coinvolte — superstiti, le loro famiglie, autorità, medici e personale medico che hanno partecipato alle operazioni di salvataggio. Il capo dei vigili del fuoco che sono intervenuti ha fatto delle dichiarazioni sconvolgenti. Il salvatore ha raccontato che lui e i suoi colleghi hanno raccolto tutti i telefonini che funzionavano ancora, 15-20 cellulari, e li hanno messo da parte. Ma i telefonini squillavano in continuazione e sullo schermo comparivano sempre gli stessi due nomi: mamma e papà. Sentivo che le mani mi si contorcevano a causa del fuoco, le spalle erano come uno strumento di tortura e gli occhiali di plastica mi si erano sciolti nella mano, spruzzandomi il collo e il petto di un liquido denso, che mi bruciava. A causa del dolore, ci siamo tutti lasciati in giù, come delle marionette rotte, crollando con le ferite aperte nella polvere e nella fuliggine, ha raccontato un’altra superstite, su una rete sociale.
Nel frattempo, le autorità responsabili continuano a indagare sulle circostanze in cui è avvenuta la tragedia e a cercarne i colpevoli, mentre il procuratore generale ad interim della Romania ha precisato che l’inchiesta nel caso Colectiv è ormai arrivata all’ultima tappa. La perizia dell’Istituto Nazionale di Criminalistica è stata inviata di recente ai procuratori della Procura Generale e agli esperti delle parti, come prevede la legislazione. (traduzione di Gabriela Petre)