Problemi europei stringenti
I leader europei si sono riuniti, alla fine della scorsa settimana, a Bruxelles, per discutere, principalmente, del problema della Gran Bretagna, che potrebbe uscire dallUe se, in seguito ad un referendum, i britannici si pronunceranno a favore. Nellambito dei negoziati destinati a fare certe concessioni a Londra, per incoraggiare la sua opzione pro-Ue, la Gran Bretagna ha ottenuto la possibilità di sospendere per 4 anni i sussidi sociali agli immigrati comunitari e il centro finanziario di Londra non si sottoponga alle regole europee riguardanti le banche e i mercati di capitale. Per la Gran Bretagna, laccordo ottenuto al termine di questi difficili negoziati era necessario per poter annunciare il referendum nazionale di giugno. David Cameron ha promesso di fare campagna, cosicchè la Gran Bretagna resti nellUnione. Cameron non gode però di un sostegno popolare confortevole, nel Regno Unito, per quanto riguarda il mantenimento dello status di membro Ue, e neanche nel suo gabinetto esiste unanimità per quanto riguarda la scelta del futuro europeo della Gran Bretagna.
Valentin Țigău, 22.02.2016, 16:38
I leader europei si sono riuniti, alla fine della scorsa settimana, a Bruxelles, per discutere, principalmente, del problema della Gran Bretagna, che potrebbe uscire dallUe se, in seguito ad un referendum, i britannici si pronunceranno a favore. Nellambito dei negoziati destinati a fare certe concessioni a Londra, per incoraggiare la sua opzione pro-Ue, la Gran Bretagna ha ottenuto la possibilità di sospendere per 4 anni i sussidi sociali agli immigrati comunitari e il centro finanziario di Londra non si sottoponga alle regole europee riguardanti le banche e i mercati di capitale. Per la Gran Bretagna, laccordo ottenuto al termine di questi difficili negoziati era necessario per poter annunciare il referendum nazionale di giugno. David Cameron ha promesso di fare campagna, cosicchè la Gran Bretagna resti nellUnione. Cameron non gode però di un sostegno popolare confortevole, nel Regno Unito, per quanto riguarda il mantenimento dello status di membro Ue, e neanche nel suo gabinetto esiste unanimità per quanto riguarda la scelta del futuro europeo della Gran Bretagna.
Al vertice di Bruxelles, il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha espresso la posizione di Bucarest, che non può accettare la discriminazione e per cui la soluzione alle richieste di Londra devessere in piena concordanza con i provvedimenti e i principi dei trattati Ue. Temperando i timori riguardanti lo status e i diritti dei lavoratori romeni in Gran Bretagna, il presidente Iohannis ha dichiarato, al termine del vertice, che coloro che già lavorano nel Regno Unito non saranno intaccati dallaccordo concluso a Bruxelles.
“I cittadini romeni che già lavorano sul mercato del lavoro britannico, attenzione, è molto importante, non saranno intaccati da questo meccanismo. Esso interessa solo gli eventuali lavoratori che entreranno sul mercato del lavoro britannico, dopo lentrata in vigore del meccanismo, ma anche questi recupereranno il loro accesso a questi sussidi, gradualmente, in un periodo di 4 anni”, ha spiegato Iohannis.
Sebbene avessero ottenuto meno di quanto avrebbero desiderato prima dei negoziati, i romeni saranno costretti ad accontentarsene, nel contesto in cui, cosi come nota il Financial Times, Cameron avrebbe desiderato che “il freno demergenza” per i benefit agli immigrati che vengono in Gran Bretagna fosse applicato per 13 anni! (traduzione di Adina Vasile)