Caso medico complesso in Romania
A circa due settimane dai primi casi di contagio dei bambini della provincia di Arges (nel sud della Romania), ricoverati nellOspedale “Marie Curie” di Bucarest, con la sindrome emolitico-uremica, non è stata scoperta la causa che ha portato allinfezione dei neonati. Dopo le analisi fatte, lacqua, il latte in polvere e la frutta consumati da alcuni bambini di età comprese tra sette mesi e un anno e mezzo sono stati esclusi dalle possibili cause dellinfezione. Lindagine epidemiologica continuerà per verificare se esistono anche altre fonti di alimenti di origine animale che potrebbero essere la causa del contagio.
Daniela Budu, 17.02.2016, 16:28
A circa due settimane dai primi casi di contagio dei bambini della provincia di Arges (nel sud della Romania), ricoverati nellOspedale “Marie Curie” di Bucarest, con la sindrome emolitico-uremica, non è stata scoperta la causa che ha portato allinfezione dei neonati. Dopo le analisi fatte, lacqua, il latte in polvere e la frutta consumati da alcuni bambini di età comprese tra sette mesi e un anno e mezzo sono stati esclusi dalle possibili cause dellinfezione. Lindagine epidemiologica continuerà per verificare se esistono anche altre fonti di alimenti di origine animale che potrebbero essere la causa del contagio.
Il capo del Reparto Nefrologia dellOspedale “Marie Curie”, Mihaela Balgradean, ha dichiarato che sarà molto difficile scoprire la causa esatta della malattia di cui soffrono i bambini. Stando a lei, la malattia inizia con un periodo di incubazione, seguito dai sintomi propriamente detti, periodo in cui già si perde molto tempo e il batterio come tale non esiste più. Esiste solo la sua tossina, responsabile dellevoluzione drammatica della malattia. Balgradean ha spiegato che questi bambini non hanno un ceppo di Escherichia coli che spieghi il loro stato. Il presidente della Società Romena di Microbiologia, il dottor Alexandru Rafila, spiega perchè linfezione non è potuta essere individuata anche negli altri bambini.
“Questa diagnosi è stata negativa per due ragioni: luna, perchè tra lesordio della malattia e il test è passato troppo tempo e perchè alcuni di questi bambini hanno ricevuto antibiotici. Il trattamento con antibiotici esclude praticamente la possibilità di isolare il microrganismo patogeno. Purtroppo, non riusciamo sempre a individuare la fonte dellinfezione. La migliore soluzione è individuarla, perchè se si sa la fonte, allora s può interrompere la via di tramissione”, ha spiegato il medico.
Alexandru Rafila ha precisato inoltre che i risultati finali dellindagine sono attesi entro al massimo due settimane ed ha sottolineato che per evitare altre situazioni del genere è necessario che gli ospedali segnalino più rapidamente i casi sospetti e collaborino con le autorità sanitarie. Persino per i bambini che sono stati o saranno dimessi, la situazione è complicata. Il loro monitoraggio continuerà per almeno un anno. I medici affermano che cè la possibilità che restino con problemi dopo questo episodio, ossia con un certo tasso di insufficienza renale. La buona notizia è che, negli ultimi giorni, non ci sono più stati nuovi casi tra i bambini. LIstituto Nazionale per la Salute Pubblica ha contattato il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie Trasmissibili. Sono state avviate le pratiche per larrivo a Bucarest di una equipe di specialisti del Centro, che concedano sostegno negli esami volti ad accertare le cause della malattia. (traduzione di Adina Vasile)