Mobilitazione internazionale per la Siria
Bogdan Matei, 05.02.2016, 16:00
Le Agenzie delle Nazioni Unite
che gestiscono la crisi umanitaria in Siria riceveranno, fino al 2020, 11
miliardi di dollari dagli stati donatori. I soldi sono stati promessi ad una
conferenza svoltasi, ieri, a Londra, e l’anfitrione della riunione, il premier
britannico David Cameron, ha annunciato che i donatori hanno deciso che più della
metà della somma, ossia sei miliardi di dollari, sia inviata in regime
d’urgenza, nei prossimi mesi, e usata per finanziare, in modo prioritario,
programmi educativi e la creazione di posti di lavoro.
Alimentati con fondi dai
donatori, la Giordania, il Libano e la Turchia, confinanti con la Siria, si
sono impegnati ad assicurare accesso all’educazione per un milione di bambini
siriani rifugiati, la categoria più vulnerabile, davanti alla radicalizzazione
e alla propaganda jihadista. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha
insistito che la liberalizzazione del mercato del lavoro per i rifugiati
siriani dagli stati che li ospitano è anch’essa vitale. È stato preso in
calcolo anche il finanziamento a lungo termine, pechè sia la Siria, che altri stati
della regione, colpiti da conflitti militari, possano ripensare il sistema
economico per generare crescita e rifarsi l’infrastruttura.
L’Ue farà tutto il possibile per
concedere una serie di facilità commerciali agli stati che ospitano rifugiati
siriani. Lo ha reso noto anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel,
personaggio politico al quale le decisioni legate alla crisi siriana hanno leso
il più gravemente la popolarità. Membro relativamente recente e relativamente
povero dell’Unione, la Romania si implicherà, dal canto suo, nello sforzo
umanitario della comunità internazionale con l’equivalente di circa 120 mila
dollari. Stando ad una decisione adottata mercoledi’, il Governo tecnocrate di
Bucarest ha stanziato questa somma come aiuto umanitario di urgenza ai
rifugiati.
La Romania si affianca agli stati donatori e l’aiuto umanitario
sarà concesso per i programmi coordinati a livello dell’Organizzazione delle
Nazioni Unite, rispettivamente il Piano di Risposta Umanitaria in Siria e il
Piano regionale per i rifugiati e resilienza, strumenti istituzionali, di
cooperazione inter-agenzie Onu, istituiti in seguito all’accentuarsi della
crisi dei rifugiati – precisa un comunicato del Governo. Gli analisti salutano
le decisioni adottate a Londra, ma ammoniscono che le somme offerte dai
donatori sono di lungi dal coprire i costi economici della guerra in Siria e
delle sue conseguenze sui Paesi della regione. Stando alle stime pubblicate,
ieri, dalla Banca Mondiale, questi ammontano a circa 35 miliardi di dollari.
E la portata della tragedia umanitaria è incommensurabile. Scoppiato a
marzo 2011, dopo manifestazioni inizialmente pacifiche contro il presidente
Bashar al-Assad, il conflitto siriano è costato la vita ad oltre 260 mila
persone. Oltre 13 milioni di persone sono state spostate oppure si trovano in
situazioni vulnerabli. E sul campo la strage continua, fomentata anche dalla
truppe del regime, e dalla cosiddetta opposizione moderata e, soprattutto,
dagli assassini senza scrupoli affiliati al gruppo terroristico Stato Islamico. (traduzione di Adina Vasile)