Rapporto MCV sulla Romania
Il 1 gennaio 2007, quando veniva ammessa nell’Unione Europea, Bucarest non aveva ancora convinto i partner occidentali di adempiere agli standard comunitari in materia di giustizia. Perciò, per la Romania, come anche per la confinante Bulgaria, è stato istituito il cosiddetto Meccanismo di Cooperazione e Verifica, un processo di monitoraggio continuo dei progressi che i due stati sud-est europei registrano nella riforma del sistema giudiziario e nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata.
Bogdan Matei, 28.01.2016, 13:58
Il 1 gennaio 2007, quando veniva ammessa nell’Unione Europea, Bucarest non aveva ancora convinto i partner occidentali di adempiere agli standard comunitari in materia di giustizia. Perciò, per la Romania, come anche per la confinante Bulgaria, è stato istituito il cosiddetto Meccanismo di Cooperazione e Verifica, un processo di monitoraggio continuo dei progressi che i due stati sud-est europei registrano nella riforma del sistema giudiziario e nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata.
Il rapporto per il 2015 è, per il terzo anno consecutivo, uno positivo e, stando al Governo romeno, dimostra il carattere durevole e sostenibile della riforma nella giustizia e della lotta contro la corruzione. La DNA ha annunciato una crescita del numero di segnalazioni da parte della popolazione, e questo fatto sembra riflettere la fiducia del pubblico nell’istituzione, evidenziata anche dai sondaggi demoscopici. Il sostegno pubblico per azioni contro la corruzione è riconosciuto come un fattore importante durante le dimostrazioni che hanno portato alle dimissioni del primo ministro socialdemocratico Victor Ponta a novembre 2015.
Lo scorso anno, la DNA ha rinviato a giudizio oltre 1.250 incolpati, tra cui il premier Ponta, ex ministri, parlamentari, sindaci, presidenti di consigli provinciali, giudici, procuratori e un’ampia gamma di alti funzionari – menziona inoltre il rapporto elaborato dall’esecutivo comunitario. La Commissione critica, invece, il Parlamento di Bucarest, poichè dà avvisi negativi a sollecitazioni giunte da parte della giustizia sulla revoca dell’immunità degli eletti con problemi legali, senza motivarli, però. Bruxelles aspetta che, nel 2016, gli sforzi delle autorità puntino sulla prevenzione della corruzione e sull’assicurazione delle condizioni necessarie affinchè i giudici possano continuare ad adempiere alle attribuzioni in maniera adeguata.
Inoltre, alla Romania viene sollecitata la verifica rigorosa dell’integrità dei candidati alle elezioni amministrative e politiche di quest’anno. La Romania si trova su una direzione ascendente nell’adempiere agli obiettivi all’interno del MCV – considera il presidente Klaus Iohannis, il quale afferma inoltre che l’impegno per il consolidamento dello stato di diritto e l’indipendenza della giustizia è irreversibile. Il ministro della Giustizia, Raluca Pruna, stima che la valutazione consente a Bucarest di aspettare l’eliminazione del MCV nel prossimo futuro.
A nome del Legislativo incriminato nel rapporto, il presidente del Senato, Calin Popescu Tariceanu, definisce come incorretto il modo in cui agisce la Commissione Europea. Il suo collega della Camera dei Deputati, Valeriu Zgonea, dice, invece, che il rapporto dovrebbe rappresentare una doccia fredda per il modo in cui i parlamentari hanno trattato a volte temi importanti per il buon andamento della giustizia. Egli riconosce che serve una maggiore volontà politica per rispondere al desiderio legittimo dei cittadini di vedere un Parlamento che rappresenti i loro interessi.