La crisi politica continua a Chişinău
La crisi politica nella confinante Moldova si aggrava ancora di più dopo che l’ultimo premier designato, Ion Păduraru, ha deciso di ritirarsi, un giorno dopo essere stato designato dal presidente Nicolae Timofti. Lui ha dichiarato di non essere sostenuto dalla maggioranza parlamentare, che desidera imporre un altro candidato. Dopo le elezioni del 30 novembre 2014, non è più funzionato niente a Chişinău. Sebbene i partiti dichiarati pro-occidentali – Liberal-Democratico, Democratico e Liberale — abbiano vinto lo scrutinio, e la sinistra pro-russa — socialista e comunista — sia rimasta all’opposizione, i vincitori delle elezioni sono stati incapaci di gestire il proprio successo. Nell’ultimo periodo non hanno raggiunto un accordo sulla designazione di un premier e la crisi sembra prolungarsi ancora.
Mihai Pelin, 15.01.2016, 19:03
La crisi politica nella confinante Moldova si aggrava ancora di più dopo che l’ultimo premier designato, Ion Păduraru, ha deciso di ritirarsi, un giorno dopo essere stato designato dal presidente Nicolae Timofti. Lui ha dichiarato di non essere sostenuto dalla maggioranza parlamentare, che desidera imporre un altro candidato. Dopo le elezioni del 30 novembre 2014, non è più funzionato niente a Chişinău. Sebbene i partiti dichiarati pro-occidentali – Liberal-Democratico, Democratico e Liberale — abbiano vinto lo scrutinio, e la sinistra pro-russa — socialista e comunista — sia rimasta all’opposizione, i vincitori delle elezioni sono stati incapaci di gestire il proprio successo. Nell’ultimo periodo non hanno raggiunto un accordo sulla designazione di un premier e la crisi sembra prolungarsi ancora.
Il presidente romeno Klaus Iohannis ha definito “molto complicata” la situazione in Moldova, aggiungendo che si fida della classe politica moldava. “Conto sulla maturità della classe politica di Chişinău di trovare la via migliore per risolvere la crisi, insediare un governo forte e mantenere la strada europea”, ha affermato il capo dello stato romeno. Iohannis si è pronunciato a favore di una soluzione rapida e buona alla crisi politica in Moldova.
Dal canto suo, il presidente della Commissione per politica estera del Senato, Petru Filip, ha dichiarato che la Romania non ha il diritto di abbandonare la Moldova, la quale si trova “in una situazione difficile”, e neanche l’interesse strategico di politica estera relativo al sostegno all’iter pro-europeo del Paese confinante. Lui ha affermato che, attualmente, la Romania sembra “aver rallentato molto i motori” per quanto riguarda la politica pro-Moldova. Nella sua opinione, il sostegno che la Romania può offrire alla Moldova deve concentrarsi a livello governativo e presidenziale e sulla capacità dei partiti politici romeni di guardare la situazione dalla prospettiva dell’interesse a incoraggiare l’iter pro-europeo della Moldova.
Se a Chişinău non sarà insediato un nuovo Esecutivo entro il 29 gennaio, il presidente sarà costretto a sciogliere il Parlamento e ad annunciare l’organizzazione di elezioni politiche anticipate. I più interessati a questo scenario sarebbero i socialisti pro-russi, considerati favoriti nei sondaggi. Anche il Partito Popolare Europeo dell’ex premier Iurie Leancă ha deciso di andare all’opposizione e a sostenere le elezioni anticipate, una situazione che tutti i commentatori politici pro-occidentali considerano una da evitare. Un’altra soluzione potrebbe essere, nell’opinione di alcuni parlamentari, proprio la sospensione del presidente Nicolae Timofti, idea di cui si è parlato in questi giorni nel Parlamento di Chişinău. (traduzione di Gabriela Petre)