COP21, un accordo storico
Sei anni dopo il fallimento del vertice di Copenaghen, un accordo storico sulla limitazione del riscaldamento globale a meno di 2 gradi centigradi rispetto all’epoca preindustriale è stato firmato nel fine settimana alla Conferenza sui cambiamenti climatici di Parigi. Volto a trasformare fondamentalmente nei prossimi decenni l’economia insostenibile, basata sul consumo dei combustibili fossili del presente, e a limitare i mutamenti climatici, l’accordo è stato raggiunto dopo anni di negoziati. Negoziati svolti nelle condizioni di interessi divegenti dei paesi ricchi nei confronti di quelli emergenti o degli stati insulari in prima linea del pericolo rappresentato dalla crescita del livello dell’oceano planetario in seguito al riscaldamento globale.
Corina Cristea, 14.12.2015, 13:05
Sei anni dopo il fallimento del vertice di Copenaghen, un accordo storico sulla limitazione del riscaldamento globale a meno di 2 gradi centigradi rispetto all’epoca preindustriale è stato firmato nel fine settimana alla Conferenza sui cambiamenti climatici di Parigi. Volto a trasformare fondamentalmente nei prossimi decenni l’economia insostenibile, basata sul consumo dei combustibili fossili del presente, e a limitare i mutamenti climatici, l’accordo è stato raggiunto dopo anni di negoziati. Negoziati svolti nelle condizioni di interessi divegenti dei paesi ricchi nei confronti di quelli emergenti o degli stati insulari in prima linea del pericolo rappresentato dalla crescita del livello dell’oceano planetario in seguito al riscaldamento globale.
La responsabilità che abbiamo nei confronti della storia è enorme, ha dichiarato il capo della diplomazia francese, Laurent Fabius, presentando sabato il progetto dell’accordo davanti all’assemblea dei rappresentanti dei circa 200 stati partecipanti alla conferenza. Accanto all’obiettivo ambizioso di limitare la crescita della temperatura media globale a meno di 2 gradi centigradi, l’accordo prevede anche un fondo di 100 miliardi di dollari per il finanziamento degli stati in via di sviluppo oltre l’anno 2020, un ciclo di revisione degli impegni ogni 5 anni e un processo di valutazione a livello globale del progresso registrato nel raggiungere gli obiettivi assunti.
Altri provvedimenti importanti riguardano il trasferimento di tecnologia e la crescita della capacità degli stati emergenti di adattarsi al cambiamento del clima. La firma dell’accordo di Parigi è stata salutata da leader politici dell’intero mondo e da rappresentanti di istituzioni internazionali quali FMI, Banca Mondiale o l’Agenzia Internazionale per l’Energia. Il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha valutato che ora il mondo è unito nella lotta contro i mutamenti climatici, e il premier britannico David Cameron ha dichiarato che l’attuale generazione ha compiuto dei passi vitali per assicurare il futuro del pianeta.
Il ministro dell’ambiente romeno, Cristina Pasca, designata rappresentante comunitario nei colloqui sull’adeguamento ai cambiamenti climatici, ha sottolineato a Radio Romania che l’UE si è impegnata attivamente nei negoziati di Parigi per l’accordo sui mutamenti climatici. Gli studi specializzati e i dati che guidano gli esperti delle Nazioni Unite indicano che le perdite economiche provocate dal riscaldamento globale superano i 125 miliardi di dollari all’anno, quattro miliardi di persone sono vulnerabili e circa 500 milioni vivono in zone ad alto rischio.