La Romania – evoluzioni demografiche
Man mano che si sta modernizzando, la Romania si confronta anche con fenomeni demografici negativi, che le società occidentali hanno sperimentato già dai decenni scorsi. I demografi ammoniscono da anni sulla depopolazione e l’invecchiamento progressivo, e le più recenti statistiche alimentano le loro preoccupazioni.
Bogdan Matei, 11.12.2015, 12:57
Man mano che si sta modernizzando, la Romania si confronta anche con fenomeni demografici negativi, che le società occidentali hanno sperimentato già dai decenni scorsi. I demografi ammoniscono da anni sulla depopolazione e l’invecchiamento progressivo, e le più recenti statistiche alimentano le loro preoccupazioni.
La popolazione della Romania è diminuita nel 2014 di 80.000 persone, cui si aggiungono 40.000 cittadini migrati, cosicchè è arrivata sotto la soglia di 20 milioni di abitanti – un livello simile a quello del 1996 – ha annunciato giovedì il presidente dell’Istituto Nazionale di Statistica, Tudorel Andrei. Un numero così grande di persone equivale con la scomparsa di due piccole città ogni anno.
La situazione è stata amplificata dal gran numero di decessi, ma anche del calo del tasso della natalità, tendenze che, aggiunge egli, non possono essere rovesciate troppo presto. Andrei ha precisato che, fino al 2013, il numero degli abitanti si è ridotto soprattutto a causa della migrazione, e dopo quell’anno in seguito alla grandissima differenza tra nascite e decessi.
Nel 2014 sono stati registrati circa 240-250.000 decessi e circa 170 – 180.000 neonati, quindi abbiamo una bilancia negativa, il che significa moltissimo per una popolazione di 19.900.000. In una prospettiva di 30-40 anni possiamo avere una riduzione massiccia della popolazione della Romania, attorno a 14 milioni, 15 milioni di persone, se si mantiene lo stesso trend, ha dichiarato Tudorel Andrei alla presentazione dell’annuario demografico della Romania.
Il documento include dati statistici sul numero e sulla struttura della popolazione, nonchè sul suo movimento naturale e migratorio. Negli ultimi 25 anni, dopo il crollo della dittatura comunista, la popolazione è calata da 23,2 milioni a 19,9. A ciò hanno contribuito sia l’abrogazione della legge che vietava gli aborti, profondamente impopolare all’epoca, che l’apertura delle frontiere, fino allora ermetiche, grazie alla quale attualmente circa tre milioni di cittadini romeni vivono all’estero.
Ultimamente l’emorragia migratoria sembra essere cessata e dalla Romania non parte più gente di quanto ritorna, però il fenomeno continua a contribuire alla diminuzione della popolazione, poichè sono migrate soprattutto persone in età tra i 25 e i 34 anni, il che è grave dal punto di vista della natalità.
Inoltre, in meno di mezzo secolo è quasi raddoppiata la percentuale delle persone in età superiore ai 65 anni, arrivata attualmente a oltre il 15% del totale della popolazione. Nel 1970, i bambini in età inferiori ai 15 anni rappresentavano oltre un quarto del totale, e oggi il loro peso è di soli 15 pp, il che, ammoniscono i commentatori, in qualche decennio potrebbe far saltare in aria il sistema pubblico di pensioni.