Nuova dirigenza per il PSD
Il Partito Socialdemocratico, il numero uno della coalizione al governo in Romania, ha dal 18 ottobre una nuova dirigenza, la cui nascita prematura è stata affrettata dalle dimissioni rassegnate d’estate dal premier Victor Ponta. Eletto dal 97% degli oltre 530.000 membri del partito, il nuovo presidente Liviu Dragnea è stato convalidato in carica domenica dal congresso.
Roxana Vasile, 19.10.2015, 13:48
Il Partito Socialdemocratico, il numero uno della coalizione al governo in Romania, ha dal 18 ottobre una nuova dirigenza, la cui nascita prematura è stata affrettata dalle dimissioni rassegnate d’estate dal premier Victor Ponta. Eletto dal 97% degli oltre 530.000 membri del partito, il nuovo presidente Liviu Dragnea è stato convalidato in carica domenica dal congresso.
4.000 delegati hanno votato anche per un presidente esecutivo e 14 vicepresidenti, quindi per una nuova squadra che asseconderà Liviu Dragnea. Come vede lui i neoeletti? Dal mio punto di vista, loro non possono avere che tre obiettivi, esattamente nel seguente ordine: la Romania, il benessere della gente e la modernizzazione del partito. La carriera personale di ognuno passa di gran lunga su un piano secondo, ha detto Liviu Dragnea.
Eletto presidente esecutivo, Valeriu Zgonea, presidente della Camera dei deputati, ha proposto una nuova visione per il progetto politico del PSD: adattarsi alle realtà e alle attese attuali della società, trovarsi in prima linea del cambiamento del modo in cui si fa politica in Romania e, infine, dimostrare decenza, integrità e responsabilità – riferimenti delle nuove politiche pubbliche dei socialdemocratici.
Vogliamo dimostrare che siamo l’unico partito capace di creare una società in cui la gente abbia pari opportunità, che siamo l’unico partito che abbina lo sviluppo economico all’inserimento sociale, che siamo gli unici a pensare a solidarietà, equità e giustizia sociale. E siamo gli unici che fanno sempre quello che promettono, ha detto Valeriu Zgonea.
Dopo la Rivoluzione anticomunista, il PSD è stato per 15 anni al governo e per 10 ha avuto anche la presidenza del Paese. Nella visione dell’opposizione liberale, una volta partner governativo dei socialdemocratici, loro hanno dissipato le chance dei romeni di vivere in una società aperta, performante, corretta. Inoltre, stando al vicepresidente liberale, Catalin Predoiu, in questo momento l’esecutivo diretto da Victor Ponta, giudicato per fatti di corruzione, non è funzionale.
Victor Ponta ha perso il sostegno del partito e il controllo del governo. L’amministrazione non funziona più. Il premier romeno non è ricevuto da nessuna parte nel mondo civilizzato. Tutto questo per le lotte per il potere all’interno del PSD. E’ questo il vero volto e la vera modernità del PSD. Se Dragnea vuole dare una chance alla modernizzazione del PSD, anche così fresco, dovrebbe ritirare domani il sostegno politico al governo Victor Ponta e il dopodomani rassegnare le dimissioni entrambi, sia lui che Ponta, dalla politica, ha detto Catalin Predoiu.
Il comunismo è il fondamento sul quale è stato costruito il Partito Socialdemocratico, crede ancora il PNL. Riunito proprio nella sala del centro di Bucarest dove, ai tempi della dittatura, si tenevano le plenarie del PCR, il PSD vuole contraddire ora, attraverso i fatti, quello che considera essere il pallino degli avversari politici.