Il Governo continua il suo mandato
Insediato come capo del Governo nella primavera del 2012, il socialdemocratico Victor Ponta è sopravvissuto, ieri, senza emozioni, alla quarta mozione di sfiducia inoltrata dallOpposizione. È stata, questa volta, una mozione piuttosto atipica, volta a sanzionare non tanto gli errori tecnici del governo, quanto i problemi con la giustizia del premier. I promotori liberali della sfiducia hanno affermato che le accuse dei procuratori della Direzione Nazionale Anticorruzione contro Ponta – falsità in documenti, concorso in evasione fiscale e riciclaggio di denaro – non gli permettono più di firmare atti normativi oppure approvare il budget del Paese e che il rinvio a giudizio del premier lede gravemente la credibilità della Romania. Assieme allex senatore socialdemocratico Dan Sova, Ponta è accusato di coinvolgimento, quando era avvocato, nelle illegalità con cui allo stato romeno sono stati recati danni di oltre 16 milioni di euro presso le compagnie energetiche Rovinari e Turceni (nel sud). Ma, dal 5 giugno scorso, quando la DNA ha annunciato pubblicamente lavvio del perseguimento penale, il premier ha smentito categoricamente le accuse dei procuratori e ha respinto le richieste ripetute dellOpposizione e del presidente Klaus Iohannis di rassegnare le dimissioni.
Bogdan Matei, 30.09.2015, 14:39
Del resto, prevedibile e anticipato da quasi tutti gli analisti, il fallimento della mozione intitolata “Scegliamo tra la Romania e Ponta, un premier compromesso. Destituisci Victor Ponta!”, concede al premier una tregua confortevole per continuare il suo mandato. Perchè lOpposizione non potrà più inoltrare un simile documento che nella prossima sessione parlamentare della primavera del 2016. Per essere adottata dal Parlamento, la mozione aveva bisogno del voto favorevole espresso di almeno 276 senatori e deputati, ossia la metà più uno del numero totale degli eletti. Non ha raccolto che 207 suffragi a favore e 8 contrari, perchè, dopo aver ribadito il sostegno allequipe governativa, i parlamentari della compagine governativa – Partito Socialdemocratico-Unione Nazionale per il Progresso della Romania-ALDE -, sono rimasti nei bachi, rifiutandosi di votare. Una volta confermato che i ministri restano in carica, il titolare del Ministero delle Finanze, Eugen Teodorovici, ha annunciato che la Romania chiederà in modo ufficiale al FMI la conclusione di un nuovo accordo di prestito. I negoziati, ha precisato egli, si concentreranno sulle riforme strutturali e non sul mantenimento del deficit di bilancio.
Lultimo accordo, di tipo preventivo, concluso dalla Romania con il FMI nel 2013, per un valore di due miliardi di euro, è scaduto sabato. Il suo obiettivo era di proteggere leconomia romena da eventuali shock sui mercati esteri. Dallo scoppio della crisi economica, nel 2009, finora, la Romania ha concluso tre accordi consecutivi di prestito con il FMI e lUe, che sono serviti come ancora per le politiche governative nel campo del bilancio, della privatizzazione delle compagnie statali e della stabilità macroeconomica. Nella prima parte di questanno, le autorità romene hanno adottato però un ampio pacchetto di riduzioni di tasse attraverso il nuovo Codice Fiscale e sia la Banca Centrale romena, che il Consiglio Fiscale e i rappresentanti degli enti finanziari internazionali hanno criticato liniziativa, il che ha provocato un certo gelo nei rapporti tra il Governo e il Fondo. (traduzione di Adina Vasile)