Il premier Victor Ponta, confrontato con una mozione di sfiducia
Il primo premier della Romania postcomunista indagato durante il mandato, Victor Ponta ha smentito le accuse dei procuratori e ha respinto le richieste del presidente romeno Klaus Iohannis e dellOpposizione liberale di dimettersi. Questultima non ha avuto altra soluzione che inoltrare una nuova mozione di sfiducia contro il Governo. Firmata da 180 parlamentari – liberali, indipendenti e del gruppo democratico e popolare -, la sfiducia afferma che Ponta non può più dirigere il Governo, dopo essere stato rinviato a giudizio dalla Direzione Nazionale Anticorruzione per reati di corruzione. Falsità in documenti sotto firma privata, concorso in evasione fiscale e riciclaggio di denaro sono i capi di accusa contro Ponta, in un fascicolo sulla conclusione di contratti di assistenza giuridica riguardante le compagnie energetiche Turceni e Rovinari (nel sud). Nello stesso fascicolo, lex ministro dei Trasporti nel governo Ponta, il senatore socialdemcoratico Dan Sova, è indagato per concorso in abuso dufficio, perchè avrebbe intascato centinaia di migliaia di euro per intese che hanno recato allo stato danni di oltre 16 milioni di euro. I parlamentari della maggioranza, affermano i promotori della sfiducia, devono scegliere tra gli interessi dei cittadini e quelli del premier.
Bogdan Matei, 22.09.2015, 16:24
“È molto difficile che un simile premier rappresenti un Paese come la Romania. È molto difficile che un simile premier svolga discussioni, con alcuna possibilità di riuscire a fare qualcosa per il nostro Paese. Se questo premier resterà in carica, la Romania può essere considerato un Paese che protegge la corruzione”, ha detto Eugen Nicolaescu, il leader del gruppo liberale alla Camera dei Deputati.
Dopo che i governi presieduti, negli ultimi 3 anni e mezzo, da Ponta hanno superato con successo simili test, i liberali credono che questa mozione di sfiducia sia la prima ad avere chance reali di passare e perciò nel successivo periodo negozieranno con tutti i partiti parlamentari, per assicurarsi i 276 voti – la metà più uno del totale degli eletti – che occorrono per far crollare il Governo. Se, estremamente probabile, i senatori e deputati dellUnione Democratica Magiari di Romania (allopposizione) voteranno il documento, non cè niente ancora che faccia i suoi promotori contare su derive nella compagine governativa formata dal Partito Socialdemocratico-lUnione Nazionale per il Progresso della Romania- lAlleanza dei Liberali e Democratici. Finora, la coalizione ha funzionato senza sincopi e, ieri, uno ad uno, i suoi leader hanno rinnovato i loro impegni di lealtà al premier. In un certo modo incoraggiato dalle loro dichiarazioni, Ponta afferma: “Dobbiamo continuare il nostro governo, perchè è un buon governo. Neanche quelli del PNL affermano che non è un buon governo, essi hanno un problema con me, ma tutti sono daccordo che, dal punto di vista economico e sociale, facciamo i nostri compiti e andiamo avanti”.
Al dibattito e al voto sulla mozione manca una settimana e solo un colpo di scena potrebbe, stando agli analisti, creare una crepa nella maggioranza che sostiene il premier. Sempre gli analisti affermano però che la scena politica romena adora i colpi di scena. (traduzione di Adina Vasile)