L’immigrazione, la necessità di un approccio globale
Oltre 350 mila persone hanno rischiato la vita, nei primi otto mesi dellanno, cercando di attraversare il Mediterraneo per raggiungere lEuropa e quasi 2700 sono morte durante questi tentativi. Lo ha precisato, questa settimana, lOrganizzazione Internazionale per la Migrazione. La maggior parte degli migranti giungono in Italia, su navi che partono dalla Libia, e in Grecia, da dove vanno avanti, attraverso i Balcani Occientali, verso lovest dellEuropa. Una parte di loro provengono da Paesi con conflitti in corso, come Siria e Afghanistan, e hanno grandi chance di ricevere lo status di rifugiati. Unaltra parte cerca di raggiungere lEuropa per motivi economici, e questi rischiano di essere deportati nei Paesi di origine.
Corina Cristea, 02.09.2015, 14:45
Oltre 350 mila persone hanno rischiato la vita, nei primi otto mesi dellanno, cercando di attraversare il Mediterraneo per raggiungere lEuropa e quasi 2700 sono morte durante questi tentativi. Lo ha precisato, questa settimana, lOrganizzazione Internazionale per la Migrazione. La maggior parte degli migranti giungono in Italia, su navi che partono dalla Libia, e in Grecia, da dove vanno avanti, attraverso i Balcani Occientali, verso lovest dellEuropa. Una parte di loro provengono da Paesi con conflitti in corso, come Siria e Afghanistan, e hanno grandi chance di ricevere lo status di rifugiati. Unaltra parte cerca di raggiungere lEuropa per motivi economici, e questi rischiano di essere deportati nei Paesi di origine.
È il quadro più che preoccupante di una realtà per cui i decisori di Bruxelles sono costretti a trovare una soluzione. Una realtà che include il dramma di centinaia di migliaia di persone che rischiano tutto per sfuggire alle zone di conflitto oppure per vivere decentemente. Una realtà che mette in dubbio aspetti che riguardano lArea Schengen o che ha generato scenari stando ai quali questo aflusso sarebbe infatti uninvasione musulmana organizzata verso il cuore dellEuropa. Certo è che londata di immigrati ha destato la preoccupazione dei Paesi comunitari. La Commissione Europea ha annunciato che farà nuove proposte per il contrasto delle reti di trafficanti di persone e per risolvere il problema della relocalizzazione degli immigrati che ricevono lo status di rifugiati, e che i Paesi membri Ue che li accolgono potranno accedere ai fondi europei loro destinati.
La commissaria per la politica regionale, Corina Cretu, dichiarava in merito: “Io sono convinta che tutti gli stati membri presenteranno unanalisi molto chiara del modo in cui sono colpiti dallondata di migranti, ma, certamente, gli stati membri devono sollecitare soldi europei se ne hanno bisogno”.
La questione degli immigrati è anche uno dei principali temi affrontati alla riunione annua della diplomazia romena, di Bucarest. Il ministro degli Esteri, Bogdan Aurescu, è del parere che la migrazione rappresenta una sfida che deve portare ad una risposta solidale e unitaria.
“Credo che dobbiamo trovare soluzioni per trattare il problema della migrazione alla sua origine, inclusivamente nei Paesi di provenienza. Non basta prendere misure tipo le quote per ciascuno stato europeo. Qui, certo, il dibattito resta aperto. È importante trattare la fonte dei problemi, linstabilità che esiste nel vicinato meridionale, combattere il terrorismo, i problemi legati alla statalità, diciamo, debole di alcuni dei protagonisti della regionae. Sono sfide che devono trovare risposte nelle diverse iniziative e azioni a livello dellUe”.
I primi migranti che la Romania si è impegnata ad accogliere su richiesta dellUe arriveranno nel Paese a novembre. Il loro numero totale dovrebbe superare 1.700 persone. Il numero dei migranti che scelgono di transitare la Romania nel loro viaggio verso lovest dellEuropa potrebbe crescere sensibilmente, ma è poco probabile che la Romania diventi il principale Paese di destinazione, valuta, daltra parte, Mircea Mocanu, il capo dellUfficio dellOrganizzazione Internazionale per la Migrazione di Bucarest. (traduzione di Adina Vasile)