La Romania e la disciplina fiscale
Reticente già dal periodo dei dibattiti preliminari sul nuovo Codice fiscale, il presidente Klaus Iohannis deve decidere ora se promulga la normativa votata dal Parlamento di Bucarest. La storia recente indica che non ci possiamo permettere esperimenti economici o politiche pubbliche a mezza misura, soprattutto quando essi attentano alla nostra situazione di libertà e prosperità a lungo termine, dice il capo dello stato.
Corina Cristea, 16.07.2015, 11:49
Reticente già dal periodo dei dibattiti preliminari sul nuovo Codice fiscale, il presidente Klaus Iohannis deve decidere ora se promulga la normativa votata dal Parlamento di Bucarest. La storia recente indica che non ci possiamo permettere esperimenti economici o politiche pubbliche a mezza misura, soprattutto quando essi attentano alla nostra situazione di libertà e prosperità a lungo termine, dice il capo dello stato.
A suo avviso, diventa imperativo rinunciare almeno ad alcune illusioni – in primo luogo l’illusione che la prosperità si può costruire su un deficit di bilancio e debito pubblico rotolato continuamente da un anno all’altro, quindi l’illusione che le politiche economiche e fiscali possono compensare l’assenza delle riforme reali, l’illusione che una volta la prosperità è stata raggiunta non si perderà più, il che è sbagliato, dice Klaus Iohannis:
Credo che non dovremmo preoccuparci solo della diminuzione delle tasse, ma anche della maniera in cui si fa. Inoltre, siccome siamo comunque alla soglia di un anno elettorale, dobbiamo capire la distanza tra la tentazione politica e la realtà economica, ha detto il presidente.
Esprimendo, a sua volta, dei riserbi nei confronti del nuovo Codice fiscale, il governatore della Banca Centrale della Romania, Mugur Isarescu, valuta che l’applicazione di misure temporanee a scapito dello sviluppo a lungo termine sarebbe un errore, e la missione delle politiche economiche future è di mantenere gli equilibri macro-economici, ripristinati difficilmente dopo l’apparizione della crisi.
Lo sforzo sostenuto di consolidamento fiscale ha portato non solo all’eliminazione del deficit eccessivo, bensì anche al raggiungimento dell’obiettivo a medio termine, di deficit strutturale all’1% alla fine dello scorso anno. Allo stesso tempo, la produzione è tornata al livello del 2008, e la crescita economica è ora non solo robusta, ma anche sostenibile, ha spiegato il governatore.
La disciplina fiscale e la stabilità finanziaria devono diventare uno stato di normalità, aggiunge il governatore – idea sostenuta anche dal premier Victor Ponta, sorpreso, però, dalle critiche mosse dal presidente Iohannis al Codice fiscale.
Questo Codice fiscale è stato votato all’unanimità dopo i dibattiti nel parlamento. Ora, io credo che tutti gli specialisti in finanze sanno cosa hanno da fare e sono convinto che abbiamo grande bisogno di questo Codice fiscale per mantenere la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e ridurre il divario tra la Romania e gli altri paesi europei, ha detto il premier.
Nello schieramento dei sostenitori anche il presidente della Camera dei deputati, Valeriu Zgonea. Questo Codice fiscale è buono non per un partito politico, è buono per la Romania, in un’economia importante della regione ed è un messaggio che siamo un leader regionale. Ed è un messaggio che possiamo attirare nuovi investimenti e rilocare moltissime delle compagnie che vanno dall’Europa occidentale non verso l’Asia Minore o verso la Cina e l’India, bensì verso il sud-est europeo, ha detto il presidente della Camera.
Così, anche una parte dei romeni che lavorano all’estero potrebbero rientrare nel paese a lavorare in queste compagnie rilocate, aggiunge Zgonea.