Un nuovo capo del SIE
Mihai Răzvan Ungureanu è di nuovo il capo delle spie romene, che avevano un direttore ad interim già dallo scorso inverno, quando l’ex capo del Servizio di Informazioni Estere, Teodor Meleşcanu, aveva rassegnato le dimissioni per candidarsi alla presidenza del Paese. Lo storico e diplomatico Mihai Răzvan Ungureanu ha ricoperto finora le cariche di ministro degli Esteri della Romania nel periodo 2004 – 2007, di direttore del SIE dal 2007 al 2012, ma anche di primo-ministro, per soli circa tre mesi, dal febbraio al maggio 2012. E’ stato il premier con il più breve mandato nella storia degli oltre 25 anni della Romania post-comunista. Gli incarichi ricoperti durante il mandato dell’ex capo dello stato Traian Băsescu hanno attirato a Mihai Răzvan Ungureanu l’antipatia dei socialdemocratici, che hanno visto nel liberale di 47 anni una persona vicina al loro principale nemico politico. E’ anche il motivo per cui la sua nuova designazione – stavolta da parte dell’attuale capo dello stato, Klaus Iohannis, di cui è consigliere – a capo del SIE ha avuto nel partito socialdemocratico un effetto boomerang. I socialdemocratici, secondo cui ci sarebbe un tentativo di far tornare le persone fedeli a Traian Băsescu in posti-chiave, hanno deciso di boicottare il voto di investitura nel Parlamento. Il leader dei deputati socialdemocratici, Marian Neacşu, ha spiegato:
România Internațional, 01.07.2015, 15:43
Mihai Răzvan Ungureanu è di nuovo il capo delle spie romene, che avevano un direttore ad interim già dallo scorso inverno, quando l’ex capo del Servizio di Informazioni Estere, Teodor Meleşcanu, aveva rassegnato le dimissioni per candidarsi alla presidenza del Paese. Lo storico e diplomatico Mihai Răzvan Ungureanu ha ricoperto finora le cariche di ministro degli Esteri della Romania nel periodo 2004 – 2007, di direttore del SIE dal 2007 al 2012, ma anche di primo-ministro, per soli circa tre mesi, dal febbraio al maggio 2012. E’ stato il premier con il più breve mandato nella storia degli oltre 25 anni della Romania post-comunista. Gli incarichi ricoperti durante il mandato dell’ex capo dello stato Traian Băsescu hanno attirato a Mihai Răzvan Ungureanu l’antipatia dei socialdemocratici, che hanno visto nel liberale di 47 anni una persona vicina al loro principale nemico politico. E’ anche il motivo per cui la sua nuova designazione – stavolta da parte dell’attuale capo dello stato, Klaus Iohannis, di cui è consigliere – a capo del SIE ha avuto nel partito socialdemocratico un effetto boomerang. I socialdemocratici, secondo cui ci sarebbe un tentativo di far tornare le persone fedeli a Traian Băsescu in posti-chiave, hanno deciso di boicottare il voto di investitura nel Parlamento. Il leader dei deputati socialdemocratici, Marian Neacşu, ha spiegato:
In assenza di un voto della Commissione di specialità, noi non possiamo decidere se, attualmente, Mihai Răzvan Ungureanu adempie alle condizioni necessarie per essere nominato a capo del Servizio Romeno di Informazioni Estere.”
Malgrado la mancata partecipazione al voto dei socialdemocratici e dei rappresentanti dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici (ALDE), Mihai Răzvan Ungureanu è stato tuttavia validato nella carica di direttore del SIE con 278 voti favorevoli e 6 contrari. Ha rinunciato al mandato di senatore del PNL ed ha prestato il giuramento dichiarando:
C’è bisogno di un nuovo quadro legislativo, di una nuova cultura delle problematiche di sicurezza, per coprire le differenze di conoscenza tra la comunità dei professionisti e la società romena nel suo insieme. Vi pregherò di aiutare alla ricostituzione e alla modernizzazione delle leggi che riguardano la sicurezza nazionale.”
I romeni si aspettano che le istituzioni operanti nel settore sicurezza collaborino per contrastare la corruzione, consolidare lo stato di diritto e la democrazia — ha aggiunto ancora nella plenaria congiunta del Parlamento, Mihai Răzvan Ungureanu, a favore del quale hanno votato i senatori e i deputati del Partito Nazionale Liberale, dell’Unione Democratica Magiari di Romania, delle minoranze nazionali, ma anche — fatto che ha destato sorpresa nel PSD — i parlamentari dell’Unione Nazionale per il Progresso della Romania, un piccolo partito membro nella coalizione al governo, accanto ai socialdemocratici. (traduzione di Gabriela Petre)