La Romania e la Moldova
Ieri, il Governo di Chisinau ha deciso che laccesso dei cittadini Ue, compresi i cittadini romeni, sul territorio moldavo sia consentito anche in base alla carta didentità, non solo al passaporto, come finora. “Questa misura rappresenta un segnale politico chiaro dellimpegno della Moldova per il suo iter europeo, uno strumento concreto di incoraggiamento dei contatti e dei più diversi scambi tra i cittadini oltre il fiume Prut e quelli dellUe, compresi quelli romeni, nonchè di sostegno del ravvicinamento dello stato confinante allo spazio europeo”, si legge in un comunicato del Ministero romeno degli Esteri. Viene cosi corretta unanomalia che la stampa, la società civile e i diplomatici di Bucarest non avevano smesso di denunciare.
Bogdan Matei, 17.06.2015, 15:33
“Senza passaporti!” – era stato, in primavera, il leit-motiv degli slogan scanditi durante i comizi organizzati dai cittadini di ambo gli stati davanti alle sedi, site nella stessa strada di Bucarest, del Ministero degli Esteri e dellAmbasciata della Moldova. “Possiamo viaggiare solo con la carta didentità a Bruxelles, nellaltra parte dellEuropa, ma non a due passi da casa, a Chisinau” – accusavano, in quelloccasione, i partecipanti alle manifestazioni.
La diplomazia di Bucarest ha ascoltato le loro richieste e ha insistito presso i responsabili moldavi affinchè rinunciassero a queste restrizioni assurde. Lobbligo che i romeni entrassero col passaporto sul territorio dello stato confinante, dove molti hanno parenti e amici, risale allepoca del governo comunista filorusso di Chisinau. Virulentemente romenofobo, questo aveva cercato di limitare severamente i contatti tra i cittadini dei due stati. I comunisti dellex presidente Vladimir Voronin restavano, cosi, fedeli alla loro formazione sovietica. Dopo lannessione dalla Mosca di Stalin, nel 1940, in seguito ad un ultimatum, dei territori romeni orientali sui quali fu creata lattuale Moldova, della frontiera sul Prut si è detto che era la più ermetica nellintero lager comunista. Come a Berlino, recinti di filo spinato e guardie di confine pronte a sparare separavano parti dello stesso popolo, che ebbero il diritto di riaffermare la loro comunanza di lingua, cultura e storia solo dopo lo smembramento dellUrss.
Dopo un turno truccato di elezioni politiche, che ha provocato una violenta rivolta di piazza, i comunisti sono stati costretti, nel 2009, a lasciare il potere. Ma i governi dichiarati pro-occidentali che li hanno rimpiazzati hanno tardato, fino a ieri, ad abrogare lobbligo di esibizione del passaporto al confine. Sostenitrice costante dellintegrazione europea della Moldova, Bucarest ha, adesso, tutti i motivi per congratularsi. Soprattutto visto che la decisione di Chisinau arriva in un momento molto delicato, in cui la fermezza del suo impegno pro-occidentale è stata messa in dubbio in seguito agli scandali di corruzione, al ritardo delle riforme e al bilancio economico disastroso del mandato di solo 4 mesi del premier dimissionario Chiril Gaburici.
(traduzione di Adina Vasile)