Il trattamento dei dati personali in Romania
I politici di Bucarest stanno preparando una nuova ricetta, prevedibilmente laboriosa, tramite cui dosare le libertà dei ciitadini e la sicurezza pubblica. Invitati mercoledì a consultazioni dal presidente Klaus Iohannis, i leader dei partiti parlamentari hanno convenuto di sostenere un nuovo progetto sull’accesso ai dati personali nel settore delle comunicazioni elettroniche.
Bogdan Matei, 07.05.2015, 12:52
Questo dovrebbe riempire il vuoto legislativo, provocato lo scorso anno dalla bocciatura da parte della Corte Costituzionale di alcuni progetti precedenti sullo stesso tema, che contravenivano alla legge fondamentale. Il nuovo progetto, sostiene la Presidenza, offre garanzie supplementari per proteggere il diritto alla vita privata. Sollecitata con insistenza dai rappresentanti della società civile, la formula è condivisa dai politici.
La formula proposta dal presidente è ottima e rispetta la decisione della Corte Costituzionale. D’altra parte, mettiamo gli strumenti alla disposizione delle istituzioni dello stato che hanno bisogno per combattere il terrorismo, per diverse situazioni previste dalla legge, ha detto il premier socialdemocratico Victor Ponta.
Partner-junior al governo, il presidente dell’UNPR, Gabriel Oprea, sostiene che il progetto garantisce la sicurezza nazionale e rispetta anche i diritti individuali. A nome del principale partito all’opposizione, la copresidente PNL Alina Gorgiu dice a sua volta che il progetto convenuto tiene presente sia la decisione della Corte Costituzionale che le esigenze della Convenzione europea per i diritti dell’uomo.
Una modifica importante di questa legge è il provvedimento secondo cui l’accesso ai dati di traffico si farà solo entro un quadro delimitato, solo da una corte di giustizia o con l’autorizzazione del giudice, ha detto Alina Gorghiu.
Sempre dall’opposizione, l’UDMR ha già annunciato che inoltrerà emendamenti che stabiliscano la durata dello stoccaggio dei dati a sei mesi al minimo e a due anni el massimo, idea condivisa anche dal gruppo parlamentare delle altre minoranze nazionali.
Una volta la nuova legge adottata dal Parlamento e convalidata dalla Corte Costituzioonale, si potrebbe concludere una tragicommedia politico-legislativa che ha tenuto la prima pagina dei giornali all’inizio dell’anno. Inoltrati dal Governo, però – dicevano gli esperti – ispirati integralmente dai servizi speciali e chiamate dalla stampa le leggi Big Brother, i progetti respinti hanno provocato una disputa sonora tra i membri della Corte e l’ex capo del SRI, George Maior.
Con una veemenza inconsueta per un personaggio altrimenti placido nello spazio pubblico, questi ha affermato, proprio prima di dimettersi, che se la Romania fosse colpita da attentati, avrebbe puntato il dito contro i giudici costituzionali, in quanto avrebbero privato il servizio degli strumenti legislativi di cui aveva bisogno la lotta antiterroristica.
Era subito dopo il sanguinoso attentato di Parigi, contro la redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, quando l’emozione provocata nell’intero mondo sembrava dar ragione alle sollecitazioni dei servizi speciali. Certo è, però, che questi sembrano porter adempiere alla missione anche senza le leggi Big Brother, in quanto in Romania non sono stati commessi attentati terroristici.