Il Governatore della Banca Centrale parla dell’economia romena
Il passaggio della Romania all’euro al 1 gennaio 2019 è un obiettivo molto ambizioso e va preparato in maniera rigorosa. Lo ha ribadito il Governatore della Banca Centrale, Mugur Isarescu, intervenendo a una conferenza sul rischio Paese organizzata a Bucarest dall’agenzia internazionale di valutazione COFACE.
România Internațional, 30.04.2015, 12:10
Il passaggio della Romania all’euro al 1 gennaio 2019 è un obiettivo molto ambizioso e va preparato in maniera rigorosa. Lo ha ribadito il Governatore della Banca Centrale, Mugur Isarescu, intervenendo a una conferenza sul rischio Paese organizzata a Bucarest dall’agenzia internazionale di valutazione COFACE.
Isarescu sostiene che la Romania deve portare a termine gli aggiustamenti maggiori di politica economica prima di entrare nel meccanismo dei tassi di cambio che precede il passaggio all’euro, soprattutto eliminando i fattori che mettono grandi pressioni sull’economia. Si tratta delle fonti di inflazione repressa, dei deficit quasifiscali tipo quelli derivanti dalla ristrutturazione delle aziende pubbliche con perdite notevoli, nonchè di altre fonti di future pressioni sul bilancio.
“Tengo presente in primo luogo l’eliminazione delle fonti di inflazione repressa, e in tal senso è rilevante, ad esempio, portare a termine la liberalizzazione del mercato energetico. In secondo luogo, si tratta dei deficit quasifiscali tipo quelli derivanti salla ristrutturazione delle aziende pubbliche con grandi perdite; e in terzo luogo si tratta di altre fonti di pressioni di bilancio future, come ad esempio le spese inevitabili per la modernizzazione dell’infrastruttura stradale”, ha spiegato il governatore.
Inoltre, aggiunge Mugur Isarescu, la Romania deve effettuare anche aggiustamenti di tipo monetario, rispettivamente concludere il processo di armonizzazione dei tassi delle riserve minime obbligatorie con quelli prevalenti nell’eurozona. Tecnicamente, ha spiegato Isarescu, il target 2019, stabilito a livello dichiarativo dalle autorità di Bucarest, presuppone l’entrata nel meccanismo dei tassi di cambio al 1 gennaio 2016, però ciò richiede anche un certo livello di sviluppo economico.
D’altra parte, Isarescu richiama l’attenzione che la Romania è l’unico Paese membro dell’UE ex comunista dell’est europeo che ha attualmente una data target per passare all’euro. Il governatore considera che è l’ora della valutazione del calendario del passaggio all’euro, nelle condizioni in cui i Paesi vicini, quali Bulgaria, R.Ceca, Polonia, Croazia e Ungheria, adottano un atteggiamento di aspettativa.
I partecipanti alla conferenza COFACE svoltasi a Bucarest hanno sostenuto, a loro volta, che il passaggio della Romania all’euro nel 2019 è difficilmente raggiungibile. Essi credono, d’altra parte, che le misure previste dal nuovo Codice fiscale daranno solo un impulso alla crescita economica a breve termine e contribuiranno al miglioramento del consumo, che avrebbe comunque una tendenza positiva e creerebbe il potenziale per squilibri negli anni prossimi, ritardando il passaggio all’euro. Allo stesso tempo, essi richiamano l’attenzione al governo che l’economia ha bisogno di investimenti per poter stimolare la crescita del Pil, in vista della riduzione delle differenze nei confronti dell’ovest.