Le istituzioni europee e la lotta alla corruzione
La Commissione per il Controllo del Bilancio del Parlamento Europeo ha ascoltato, ieri, una serie di esponenti romeni e bulgari in merito al Meccanismo di Cooperazione e Verifica nel campo della Giustizia, istituito nei confronti della Romania e Bulgaria dopo la loro adesione all’Ue, nel 2007. In quel momento, i due Paesi dovevano raggiungere obiettivi legati alla riforma del sistema giudiziario, alla riduzione della corruzione nelle istituzioni dello stato e alla limitazione del fenomeno del crimine organizzato.
Valentin Țigău, 15.04.2015, 14:05
La Commissione per il Controllo del Bilancio del Parlamento Europeo ha ascoltato, ieri, una serie di esponenti romeni e bulgari in merito al Meccanismo di Cooperazione e Verifica nel campo della Giustizia, istituito nei confronti della Romania e Bulgaria dopo la loro adesione all’Ue, nel 2007. In quel momento, i due Paesi dovevano raggiungere obiettivi legati alla riforma del sistema giudiziario, alla riduzione della corruzione nelle istituzioni dello stato e alla limitazione del fenomeno del crimine organizzato.
I rapporti annuali sull’andamento delle riforme, sebbene, alcuni incoraggianti, non sono stati, tuttavia, atti a portare alla rimozione di questo meccanismo. Il dibattito nel Parlamento europeo è intervenuto in seguito alle insistenze della Romania la quale ritiene che ora andrebbero riconosciuti i suoi successi nella lotta alla corruzione e che dovrebbe ricevere un calendario chiaro sulla sua adesione allo spazio di libera circolazione europeo Schengen. Tra gli ospiti al dibattito si sono annoverati il ministro romeno della Giustizia, Robert Cazanciuc, e il procuratore capo della Direzione Nazionale Anticorruzione, Laura Codruta Kovesi, la cui istituzione ha formulato nel 2014 dodici richieste di via libera al perseguimento penale di ministri ed ex ministri, di cui una inviata al Parlamento europeo nei confronti di Dan Nica.
I dati presentati dagli esponenti romeni hanno impressionato i membri della commissione parlamentare europea, i quali affermano che la Romania ha registrato progressi nell’ambito del Meccanismo di Cooperazione e Verifica. L’eurodeputata Monica Macovei, del gruppo dei Popolari Europei, che ha aperto il dibattito, ha affermato, dal canto suo, che le istituzioni giudiziarie romene sono, oggi, un esempio per molti Paesi. Anche il segretario generale del Consiglio d’Europa, Catherine Day, ha lodato i progressi della Romania, affermando però che è necessaria la continuazione degli sforzi, soprattutto di contrasto anche della piccola corruzione.
Non tutti i rappresentanti della Romania ai dibattiti hanno espresso pareri favorevoli per quanto riguarda il monitoraggio della Romania nel campo della giustizia. Gli eurodeputati del Partito Socialdemocratico, al governo, e del Partito Nazional-liberale, all’opposizione, hanno accusato il fatto che l’adesione della Romania all’area Schengen continui ad essere legata, ingiustamente, al Meccanismo di Cooperazione e Verifica, che, nella loro opinione, andrebbe applicato a tutti gli stati Ue o a nessuno.
D’altra parte, in un rapporto di valutazione del Gruppo degli Stati contro la Corruzione del Consiglio d’Europa, presentato sempre ieri, si mostra che la Romania ha implementato, in modo soddisfacente, solo 7 delle 20 raccomdandazioni del precedente rapporto del gruppo, del 2010.
(traduzione di Adina Vasile)